Sono 35 i dipendenti del colosso della grande distribuzione Auchan che rischiano di essere trasferiti da Catania al nord Italia. Una scelta, quella dell’azienda francese, che rientra in un piano di esubero strutturale nel territorio etneo che riguarda nello specifico i lavorati del punto vendita Città mercato a San Giuseppe La Rena. Con la valigia in mano potrebbero finire 29 lavoratori inquadrati con contratti a tempo pieno e sei part time. Coloro che hanno quest’ultima collocazione potrebbero essere obbligati a cambiare sede nonostante le loro paghe siano in certi casi inferiori a mille euro.
La soluzione per scongiurare l’ipotesi licenziamento, potrebbe essere quella dei contratti di solidarietà o un cambio di sede nel vicino ipermercato Porte di Catania. Alternative che hanno trovato d’accordo i sindacati locali, che per il momento hanno ottenuto lo spostamento della data in cui i trasferimenti diventeranno effettivi. Dal 23 maggio la nuova scadenza è stata fissata il 6 giugno.«È necessario trovare delle soluzioni, che siano soprattutto ragionevoli e credibili anche per i part time, e che mettano i lavoratori nelle condizioni di poter gestire al meglio il momento di crisi, nel proprio interesse e in quello dell’azienda stessa», spiegano i segretari generali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di Catania, Margherita Patti, Rita Ponzo e Giovanni Casa. Il tavolo delle trattative non è chiuso, tutt’altro. L’azienda ha infatti accettato di continuare il dialogo. Il prossimo incontro tra le parti si terrà il 19 maggio.
Al momento dell’apertura, l’ipermercato di San Giuseppe La Rena contava tra le sue fila più di 400 dipendenti. La crisi si è abbattuta come una mannaia, e la concorrenza di nuovi ipermercati ha provveduto a peggiorare la situazione riducendo il personale a soli 150 occupati. Da Città mercato numerosi lavoratori sono stati trasferiti al centro commerciale Porte di Catania. Le prospettive per il settore non sembrano esaltanti: «In generale registriamo una crescita dei piccoli punti vendita o di quelli sparsi per il centro cittadino – spiega a MeridioNews la sindacalista Rita Ponzo -, la gente non ha più la forza economica per riempire il carrello e così le grosse catene soffrono».
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