Seduta in una sedia per dodici ore nonostante una condizione clinica particolarmente delicata legata a una malattia oncologica. La vicenda è quella che ha avuto come protagonista un’anziana donna di 80 anni. A denunciare il caso a MeridioNews sono stati i familiari. «Sabato scorso siamo andati al Pronto soccorso di Acireale perché mia madre aveva delle coliche renali e lamentava dei forti dolori», racconta al nostro giornale il figlio della paziente. Stando alla sua versione la donna sarebbe arrivata al Santa Marta e Venera di Acireale intorno alle 15. «C’erano dei codici rossi, un solo medico a circa 20 persone in attesa, alcune di queste addirittura dalla mattina. A mia madre è stato assegnato il codice giallo ma tutto è andato con estrema lentezza», spiega.
L’anziana, che lo scorso anno ha subito un delicato intervento chirurgico, avrebbe atteso il proprio turno seduta in una sedia. «Vedendo che la situazione non si sbloccava abbiamo chiesto chiarimenti a una guardia giurata che, per risposta, ha replicato in maniera aggressiva dicendo che con le nostre domande stavamo facendo perdere tempo. Soltanto dopo è stato il medico a chiedere a un’infermiere di fare accomodare mia madre in un letto». Dopo una lunga attesa la donna è stata sottoposta ad accertamenti che hanno confermato la presenza di forti dolori nella parte bassa dell’addome e della schiena provocati dalle contrazioni delle viscere. «Siamo usciti dal Pronto soccorso alle 3 di notte – aggiunge il parente – Stiamo parlando di un’attesa durata 12 ore. Posso capire che siamo in un periodo particolare, con l’estate e le ferie del personale in mezzo, ma tutto questo resta inaccettabile». Stando agli ultimi numeri disponibili gli accessi al Pronto soccorso di Acireale nel 2022 sono stati 20.386.
Tempi di attesa e liste per ricevere cure o prestazioni, nella Sanità siciliana, rappresentano da tempo una questione critica che ha ingenti impatti sulla popolazione. Ed è proprio in questi giorni che i carabinieri del Nucleo antisofisticazione hanno avviato una serie di verifiche nelle Asp dell’Isola. Una vera e propria inchiesta, partita da Agrigento, iniziata dopo che dal ministero della Salute è stato lanciato l’allarme sui tempi biblici che si registrano in alcune aree del Paese per prestazioni ambulatoriali, interventi e ricoveri.
L’indagine dei carabinieri coinvolgerà tutte le Asp e gli ospedali della Sicilia. Anche perché bisognerà capire il motivo di determinati numeri. Sono, per esempio, quasi 240mila le richieste ancora pendenti di visite ambulatoriali, secondo l’ultima rilevazione della Regione, e poco meno di 40mila le prenotazioni di ricovero lasciato senza risposta. In questo modo ci sono cittadini che attendono fino a 12 mesi per ricevere una prestazione sanitaria. L’unica alternativa, nei casi più urgenti, restano i privati ma in quest’ultimo settore negli i problemi non sono mancati a causa del nodo budget.
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