Massima attenzione al pesce scorpione nei mari siciliani, perché il suo veleno «può creare gravi danni e avere un esito letale». A lanciare l’allarme era stato il 17 ottobre l’lspra (Istituto superiore per la prevenzione e la ricerca ambientale), oggi lo rilancia la Capitaneria di porto di Mazara del Vallo. L’esemplare – originario del Mar Rosso – è pericoloso per la salute umana a causa delle sue spine velenose molto lunghe e sottili sulle pinne dorsali e pelviche.
Le prime preoccupazioni per la sua presenza nel mar Mediterraneo occidentale sono nate nell’estate del 2015: a giugno e settembre dello scorso anno, infatti, sono stati catturati due esemplari di pesce scorpione (Pterois miles) nel Golfo di Tunisi e nello Stretto di Sicilia. Conosciuto come una delle specie marine più invasive del mondo, ha colonizzato gran parte delle coste atlantiche occidentali e del Mediterraneo orientale.
«Alla base delle spine – mette in guardia l’Ispra – sono presenti alcune ghiandole che producono un potente veleno; nel peggiore dei casi, l’eventuale puntura può avere effetti letali per l’uomo. Il veleno si mantiene attivo dalle 24 alle 48 ore dopo la morte del pesce: la pericolosità resta, quindi, elevata anche su esemplari morti da diverse ore, quindi riscontrabili sul mercato». L’Istituto ministeriale sottolinea quindi come sia importante «dare ampia diffusione della notizia alla cittadinanza e alle categorie maggiormente interessate, quali le associazioni di pescatori professionisti e sportivi, i mercati ittici, i veterinari e gli altri operatori del mare».
Ecco cosa fare in caso di cattura o avvistamento di un pesce scorpione: «Chiunque – continua l’Ispra – è invitato a fotografare l’esemplare, congelarlo se possibile, dare immediata comunicazione alla Capitaneria di Porto locale e segnalare l’osservazione alla sede Ispra di Palermo ai numeri di telefono 091/6114044-7302574 e all’indirizzo: alien@isprambiente.it».
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