Attenti alle ‘strane’ offerte di Telecom

E’ in atto una campagna promozionale di Telecom Italia volta ad invogliare gli utenti a passare ad una banda di potenza superiore a quella contrattualmemte tenuta con conseguente aumento dei costi convenuti in precedenza. La ragione addotta per modificare le condizioni contreattuali è l’ingolfamento della rete di frequenze a causa dell’aumento delle utenze.

Senza volere attribuire alle finalità di questa campagna dei retropensieri e delle finalità tariffarie maggiorate, simulate da incremento di efficienza, ci limitiamo a fare alcune elementari osservazioni sulla capacità manageriale dello staff aziendale.

Va da sé che, ad un incremento delle utenze, è ovvio rispondere con un potenziamento della rete e quindi ne conseguono gli altrettanto ovvi investimenti. Cosa fa, invece, Telecom Italia spa? Scarica sugli utenti le difficoltà frutto della propria incapacità di gestire correttamente le potenzialità dei suoi impianti.

Da qui una doomanda: se l’azenda dispone, ad esempio, di una potenza pari a cento, perché vende all’utenza una potenza superiore a quella disponibile, senza prima avere incrementato la potenzialità vendibile?

Qualcuno potrebbe osservare: Telecom Italia è talmente indebitata che ha difficoltà a trovare linee di credito per investire nel potenziamento della propria rete. Ammettiamo che sia vero. Ma che responsabilità hanno gli utenti nell’indebitamento di Telecon Italia spa?

Sappiamo tutti come si è determinata la pesantezza debitoria dell’azienda telefonica: quando Tronchetti Provera ha acquistato da Colaninno le azioni di Telecom, non solo le ha pagate una cifra esorbitante, ma non avendo in proprio le necessarie disponibilità finanziarie è ricorso al credito bancario. Il debito contratto con le banche non s’è l’è intestato lui stesso, ma l’ha messo in capo a Telecom Italia, indebitando in tal modo coloro che detenevano piccole quote di capitale senza che questi avessero avvertito la necessità di indebitarsi. Mentre Tronchetti Provera dalla gestione ricavava tutti gli utili tramite i dividendi derivanti dalle dismissioni degli esercizi Telecom in varie parti del mondo.

A parte questa digressione sul passato e sull’origine dell’indebitamento di Telecom Italia spa, la questione, oggi, è la seguente: se Telecom non è in condizioni di potenziare la rete si metta da parte e passi la mano, se invece intende proseguire nella gestione industriale delle telecomunicazioni trovi un modo imprenditoriale di adeguarsi allo sviluppo dell’attività aziendale per corrispondere all’evoluzione del mercato. Certamente non a carico dei cittadini utenti.

Riccardo Gueci

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