Assolti in secondo grado dopo accuse di sequestro  Per i pm chiedevano dei soldi in cambio della libertà

Assolti dalla corte di assise d’Appello di Caltanissetta «perché il fatto non sussiste». Si chiude così il processo di secondo grado nei confronti di Osman Ahmed e Moulid Hassan, entrambi originari della Somalia ma di base a Piazza Armerina, in provincia di Enna. I due erano finiti nei guai nell’estate del 2017 con l’accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione. Secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catania avrebbero rinchiuso dentro un’abitazione una donna e la figlia, pure loro di origini somale, costringendoli a contattare la famiglia in Africa per ottenere dei soldi in cambio della liberazione. L’indagine venne condotta dagli agenti della Squadra mobile di Catania. 

La presunta vittima era arriva in Sicilia a luglio 2017 dopo essere stata salvata da una nave della Guardia costiera italiana. Qualche giorno dopo la donna avrebbe accettato l’aiuto dei due uomini, forse conosciuti nei pressi di Giardini Naxos, per raggiungere, insieme alla figlia minorenne, Milano. Le indagini scattarono dopo la denuncia della migrante. «In attesa delle motivazioni della sentenza è giusto evidenziare che i nostri assistiti erano stati condannati in primo grado esclusivamente sulla scorta delle dichiarazioni della parte civile, a nostro avviso, evidentemente non credibili e contraddittorie. Né vi era agli atti alcun indizio che corroborasse la tesi accusatoria», commentano i legali Guido Moschella e Monica Catalano

«L’estraneità ai fatti degli imputati è, a ogni modo, emersa incontrovertibilmente dall’attività istruttoria svoltasi in secondo grado, tramite l’acquisizione di nuovi documenti, nonché tramite l’escussione di una testimone non reperita in primo grado – concludono i legali – Gli imputati avevano sempre sostenuto di aver aiutato e ospitato la donna e la bambina per spirito di solidarietà tra connazionali, senza aver mai chiesto alcunché».

Redazione

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