Sono in tutto diciassette le associazioni e le realtà palermitane che stanno facendo, in queste ore, fronte comune per chiedere alle istituzioni locali di impedire il comizio del leader di Forza Nuova Roberto Fiore, previsto per sabato 24 febbraio. Dal Forum antirazzista Palermo all’Arci, dall’Anpi alla comunità Emmaus, e ancora il coordinamento del Pride, il circolo Uaar e lo sportello Le migration. Il luogo in cui dovrebbe parlare il candidato alle elezioni nazionali come capo politico della lista Italia agli Italiani, però, resta ancora un mistero, forse alla luce delle manifestazioni di protesta avvenute già nei giorni scorsi. «Il punto non è comunque dove si svolgerà. Il punto è che non ci può essere spazio e luogo per una manifestazione simile a Palermo», fanno sapere in una nota le diciassette realtà.
«Tutti sappiamo chi sono e cosa rappresentano Forza Nuova e il suo leader, ex capo di Terza Posizione, condannato per banda armata e associazione sovversiva, fuggito all’estero nel 1980 e rientrato in Italia solo dopo che i suoi reati sono caduti in prescrizione senza che lo Stato riuscisse a sanzionarlo, e partecipare alle elezioni non è e non può essere un salvacondotto per legittimare organizzazioni di estrema destra come questa che non nascondono affatto nostalgie e riferimenti culturali fascisti e razzisti – continua la nota -. Siamo quindi fermamente contrari a qualunque forma di ospitalità che la città di Palermo si appresterebbe a offrire a una loro manifestazione, quale che sia il luogo nel quale si svolgerà».
La stessa Forza Nuova, poi, ha fatto ben poco per evitare le polemiche. Specie con l’ultima mossa, quella di garantire la necessaria copertura legale a Luca Traini, il neofascista che dopo l’omicidio di Pamela Mastropietro ha sparato a sei migranti dalla sua auto per vendetta. Una presa di posizione forte e chiara che secondo le diciassette associazioni «dimostrano in modo inequivocabile che non si tratta di garantire la libertà di associazione o di riunione, ma piuttosto di impedire che si reiterino comportamenti che di fatto tendono alla ricostituzione di una nuova forma di partito fascista e costituiscono comunque un incitamento all’odio razziale, vietato dalla legge e dalla Costituzione italiana». E tirano in ballo anche la legge Mancino del 1993, che vieta ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi: «Tutte le manifestazioni di Forza Nuova infrangono questi divieti».
Tutte ragioni che oggi spingono le diciassette associazioni riunite in un fronte comune a chiedere pubblicamente alla prefettura e alla questura di Palermo «di negare l’autorizzazione a svolgere qualsivoglia iniziativa promossa da Forza Nuova e da altre formazioni di estrema destra e di avviare un’indagine per accertare i reati di apologia di fascismo e ricostituzione del disciolto partito fascista». E al Comune, invece, «di negare la concessione di spazi pubblici per iniziative che non possono essere spacciate come propaganda elettorale o libera manifestazione del pensiero o della libertà di riunione, configurandosi piuttosto come chiaramente preordinate alla sovversione dell’ordine democratico stabilito dalla nostra Carta Costituzionale che afferma principi, come quello di non discriminazione e il divieto di ricostituzione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista, che sono stati continuamente violati da tutte le iniziative fin qui promosse da Forza Nuova».
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