Sarà un settembre caldo, quello dell’assemblea regionale siciliana. Il rientro dalle ferie porterà con sé le tante incompiute che i novanta inquilini di sala d’Ercole hanno lasciato prima di andare in vacanza.
A cominciare dal disegno di legge di variazione di bilancio, votato soltanto per la prima parte e lasciato all’aula, quando lo scorso 10 agosto la seduta è stata chiusa per assenza del numero legale. È così che sono rimasti in soffitta i 9 milioni di euro che avrebbero fatto respirare le Province siciliane sull’orlo del dissesto, l’assunzione di circa 200 persone nella Sas provenienti da altre società pubbliche liquidate o in liquidazione; la stipula del mutuo trentennale da 19 milioni di euro per salvare le terme di Sciacca e Acireale; l’assistenza agli alunni disabili, un servizio che liberi consorzi e città metropolitane non sono in grado di garantire per il prossimo anno scolastico.
Una beffa doppia, per gli studenti siciliani con disabilità, visti i 70 milioni di euro che il Consiglio dei ministri lo scorso 30 agosto ha sbloccato. Si tratta di un contributo che era stato previsto dalla legge di stabilità, a seguito di un subemendamento presentato dalla deputata Elena Carnevali.
Ma di quei fondi alla Sicilia non arriverà un solo euro.
Lo scorso 21 luglio, infatti, in sede di conferenza unificata, si è provato a discutere i nuovi criteri per il riparto delle risorse, con una spaccatura fra gli attori della vicenda. Tra le posizioni più critiche, quella della Campania, contraria all’accordo che voleva ripartire il 40% delle risorse in base alla spesa media già sostenuta dalle Province e il 60% sulla base del numero degli alunni disabili nelle scuole superiori: proposta su cui alla fine Regioni, Anci e Upi avevano trovato una convergenza e che avevano presentato al governo. Ma l’unica novità, di fatto, è stata l’introduzione del criterio legato al numero di alunni con disabilità, a differenza dello scorso anno, quando le risorse erano state ripartite soltanto in base alla spesa storica delle ex Province.
Insomma, nonostante le critiche, il governo è andato avanti su questa linea, per cui dal finanziamento restano escluse le regioni a statuto straordinario, tra cui la Sicilia, come confermato da diverse fonti governative.
«È un provvedimento importante, significativo e atteso – ha dichiarato il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Enrico Costa -. Vi era un’oggettiva urgenza di sbloccare subito le risorse, tenendo conto delle osservazioni formulate in sede di conferenza unificata dall’Anci e dall’Upi. È infatti essenziale l’esigenza di assicurare continuità nell’assistenza e dare certezze e serenità alle famiglie, in vista dell’imminente inizio dell’anno scolastico».
Insomma, certezza per i disabili residenti in quasi tutte le Regioni. In Sicilia, bene che vada, se ne parlerà a ottobre, dopo che alla ripresa dei lavori l’assemblea regionale avrà approvato il provvedimento, sbloccando così i contributi alle associazioni che si occupano di assistenza scolastica ai disabili.
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