Nemmeno un 18 politico che si riserva agli studenti universitari con una preparazione approssimativa. Sembra questo l’impatto su politica e istituzioni locali dopo la bocciatura della Regione Sicilia per quanto riguarda i progetti legati ai fondi del Pnrr destinati all’agricoltura. Finanziamenti che rientrano nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e che sarebbero serviti a dare una boccata d’ossigeno al settore. La Sicilia aveva presentato 61 progetti per un valore di oltre 400 milioni di euro. Soldi utili, per esempio, all’ammodernamento delle reti idriche. Il ministero, però, non ha approvato nemmeno uno dei progetti inviati da Palermo e, di questi, 29 non sono stati nemmeno presi in considerazione, sottolineando a più riprese il mancato rispetto dei 23 criteri necessari per ottenere il via libera. La Regione, attraverso il presidente Nello Musumeci, nei giorni scorsi ha polemizzato sulla decisione, sottolineando con fermezza la presunta ostilità di Roma nei confronti del Sud Italia.
«Siamo ancora arrabbiati per questa bocciatura. Io non penso che la politica si possa ridurre a un discorso tra Nord e Sud però non c’è dubbio che c’è stata una penalizzazione per alcune Regioni, come accaduto con la Puglia che ha avuto approvato un progetto e la Sardegna con due», spiega l’assessore Regione all’Agricoltura Toni Scilla durante il programma Direttora d’Aria, condotto dalla direttrice di MeridioNews Claudia Campese su Radio Fantastica e Sestarete.
«Questi parametri utilizzati dal ministero non sono stati concordati e danneggiano una realtà coma la nostra», continua Scilla. Tuttavia proprio il ministero aveva indicato, con una nota, come i 23 parametri fossero stati spiegati durante le conferenze Stato-Regione. «Non è assolutamente vero, non si è mai discusso di questo. Secondo lei era accettabile un parametro che dà un punteggio più alto alla siccità estiva? Si tratta di una cosa assurda, c’è stato un atteggiamento sbagliato e non solo per questi progetti ma per tutta la gestione del Pnrr. Le Regioni andrebbero coinvolte perché sono le uniche che conoscono le realtà territoriali e livello economico e strutturale. Bisognerebbe smetterla di difendere i propri partiti politici rispetto alle esigenze dei territori. Nessuno vuole dare colpe o giudicare ma serve rispetto anche per una metodologia».
In questi giorni, sono state diverse le interlocuzioni tra dirigenti, assessore e commissari regionali dei Consorzi di bonifica. Sul punto, quello per la Sicilia orientale Francesco Nicodemo a MeridioNews aveva ammesso che alcuni progetti «non avevano una progettazione adeguata ma li abbiamo inviati perché un tentativo si fa». «Se lo ha detto deve essere controllato da un medico – replica Scilla – Ma è vero anche che chi dice che non c’è una fragilità nella macchina burocratica regionale vive nella Luna». Come si risolve il problema? «L’unica soluzione sono i concorsi pubblici, al momento bloccati. In Regione servono nuovi esperti in tanti settori, tecnici preparati che sappiano come intercettare e spendere i soldi. Si tratta di un problema drammatico che stiamo cercando di risolvere». La partita sul Pnrr nell’agricoltura, però, non è ancora chiusa. Bisognerà attendere mercoledì prossimo per nuovi sviluppi: «Quando incontrerò il ministro all’Agricoltura Stefano Patuanelli», conclude l’assessore regionale.
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