Ci sarebbe anche un candidato al Consiglio comunale di Paternò tra le 71 persone indagate per i presunti casi di assenteismo all’ospedale Santissimo Salvatore. La Guardia di finanza di Catania nei giorni scorsi ha notificato agli interessati la conclusione delle indagini ma sul nome in questione gli inquirenti, almeno per il momento, mantengono il massimo riserbo. Non si conosce quindi in quale lista l’indagato trova collocazione e a sostegno di quale candidato sindaco.
Inizialmente era trapelata la notizia che nessuno tra medici e infemieri candidati al consiglio risultavano indagati. In realtà il candidato consigliere non rientrebbe in queste categorie ma avrebbe un mansione differente. Le ipotesi di reato contestasti sono falso e truffa, ossia i cartellini di ingresso o di uscita dal posto di lavoro sarebbero stati timbrati da altri soggetti e non dai titolari dei badge.
Per alcuni indagati l’assenza dal lavoro contestata si ridurrebbe a pochi minuti mentre per altri a qualche ora. Da verificare se si trattasse di un atteggiamento consolidato nel tempo oppure di fatti occasionali. Il periodo preso in esame dagli inquirenti è quello che andrebbe dal novembre del 2014 al gennaio 2015. A supportare le indagini della Guardia di finanza anche le riprese delle telecamere, piazzate quando arrestarono, nell’aprile del 2015, un presunto infermiere infedele con l’accusa di peculato, falso, truffa ai danni dello Stato e abusivo esercizio della professione medica.
Le indagini stanno mettendo a dura prova il sistema nervoso dei 280 dipendenti del nosocomio paternese. Sulla vicenda il direttore del distretto sanitario Ct2 dell’Azienda sanitaria provinciale di Catania Giuseppe Spampinato ha ribadito ancora una volta che l’Asp non è stata «informata di nulla e quando ci saranno comunicazioni ufficiali valuteremo sul da farsi».
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