NEL SUO INTERVENTO, IL GOVERNATORE, PIUTTOSTO CHE RISPONDERE AL PARTITO DEMOCRATICO, HA PREFERITO CIMENTARSI NELL’UNICA COSA CHE FA BENE: LE CHIACCHIERE SU MORALE E LEGALITA’ (DEGLI ALTRI, OVVIAMENTE)
di Carmelo Raffa
L’assemblea regionale del Partito Democratico di oggi, iniziata con oltre due ore di ritardo, ha proclamato ufficialmente Fausto Raciti segretario del PD siciliano.
Il neo segretario, nella sua prima relazione, ha indicato il percorso del Partito Democratico per i prossimi anni: “Non più correnti, ma un vero Partito che sappia ascoltare la volontà della base, delle associazioni e degli amministratori locali”.
Raciti ha preso le distanze dai protagonisti di politiche clientelari: è il caso di Francantonio Genovese a Messina. Sul parlamentare nazionale per il quale la magistratura ha formulato la richiesta di arresto, Raciti ha precisato che il suo è un giudizio politico supportato anche dalla recente sconfitta subita dal candidato del PD a Sindaco di Messina.
Il neo segretario ha ribadito, ancora una volta, la volontà del PD siciliano di azzerare la Giunta di Rosario Crocetta per ripartire con un nuovo esecutivo che affronti concretamente le reali esigente della società siciliana.
Nella relazione di Raciti non c’è stato alcun accenno alla nuova gestione nazionale del Partito e, soprattutto, all’assenza di esponenti del PD siciliano nelle cariche del Governo presieduto da Matteo Renzi.
Dopo il saluto dei responsabili di Sel e del Partito Socialista, ha preso la parola il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che anziché accogliere le richieste del Partito Democratico ha divagato cimentandosi nelle solite lezioni di moralità, facendo chiaramente capire che lui continuerà, assieme alla sua Giunta, ad andare per la propria strada infischiandosene dei Partiti e di chi li gestisce.
A tal’uopo ha ricordato che lo scandalo recente che ha coinvolto Genovese, che a suo dire conferma che il sistema utilizzato da certi personaggi per accaparrarsi pacchetti di tessere è finalizzato a creare ‘padroni’ dei Partiti.
Ovviamente, Crocetta ha sorvolato sul fatto che gli stessi personaggi che controllavano i Partiti 15 mesi fa hanno avallato prima la sua candidatura alla presidenza della Regione e poi, con le loro truppe clientelari – comprese quelle di Genovese – hanno contribuito alla sua elezione.
Per questo e non solo per questo Crocetta farebbe bene a cimentarsi in un gesto veramente nobile: dimettersi per farsi rieleggere dal popolo che cita ad ogni piè sospinto, soprattutto quando difende le sue poltrone e quelle dei suoi sodali.
Con le sue dimissioni e la sua ricandidatura si potrebbe finalmente verificare se il ‘popolo siciliano ‘ al quale si richiama lo vuole veramente alla guida della Sicilia.
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