Aspettando Silvio alla Multiservizi

Vi siete mai chiesti quali disagi può comportare prendere ogni mese lo stipendio con più di due settimane di ritardo? Come pensate che sia essere consapevoli che l’ultima ritardataria retribuzione potrebbe essere davvero l’ultima? Avete mai convissuto tutti i giorni con il pensiero angosciante di rischiare di rimanere senza lavoro? Siamo andati a chiederlo a chi con queste domande ci convive da mesi: i dipendenti della Catania Multiservizi, l’azienda di pulizie, giardinaggio e servizi vari partecipata dal comune etneo.
 
A causa dei mancati pagamenti, la Multiservizi si trova al punto di non poter più pagare gli oltre 700 dipendenti a partire dal mese di settembre. E questa è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Infatti, da più di un anno ormai, l’azienda si trova in gravi difficoltà economiche.
 
L’indennità del mese di agosto è stata versata ai dipendenti con quasi trenta giorni di ritardo ed esclusivamente grazie ad alcuni saldi da parte delle scuole statali e alla concessione di ulteriori fidi da parte delle banche.
 
«Da due anni a questa parte – spiega Gianfranco Rago, segretario provinciale UGL terziario – da quando il Comune di Catania ha acquistato il rimanete 49% del patrimonio azionario dell’azienda, sono iniziati i problemi. Prima di appartenere esclusivamente al comune – continua sempre Rago – l’azienda poteva partecipare a gare d’appalto presso enti pubblici e privati e ciò ci garantiva ulteriori entrate che permettevano di pagare puntualmente gli stipendi. Con l’avvento della legge Bersani, secondo la quale le aziende partecipate possono soltanto eseguire lavori per il comune di appartenenza, la Catania Multiservizi ha perso tutti gli appalti esterni e il Comune di Catania è diventato l’unico committente. L’azienda dovrebbe sopravvivere solamente con i soldi del Comune e finché non arriva l’aiuto del Governo…»
 
La situazione non è tra le più rosee e a dimostrarlo basta l’atmosfera tesa e pesante che si respira all’interno dell’ufficio e sui posti di lavoro.
 
Il personale non lavora più con serenità, oppresso da paura e incertezze. La maggior parte degli operai vive di un solo stipendio e gran parte di loro sono gravati da mutui e prestiti sulle buste paga. I continui ritardi nel percepire le indennità non permettono loro di pagare puntualmente le rate: tutti i dipendenti infatti hanno le porte chiuse per futuri prestiti e sono bollati come “cattivi pagatori”.
 
Anche le condizioni di lavoro non sono più quelle di una volta: gli operai non hanno più neanche prodotti e mezzi adeguati per lavorare perché l’azienda si trova costretta a risparmiare su tutto.
Ma si continua a lavorare come sempre, con lo stesso senso del dovere e lo stesso impegno, nonostante le difficoltà.
 
Mentre parliamo con alcuni di loro, il nervosismo rende l’atmosfera pesante. Gli sguardi sono un po’ diffidenti. Rispondono alle nostre domande con una punta di orgoglio nella voce, ma lentamente l’atmosfera si scalda: «Continueremo a lottare per la Catania Multiservizi – ci dice una di loro fumando nervosamente la sua sigaretta – non solo noi, ma anche chi sta ai vertici dell’azienda. Stanno sfruttando tutte le risorse che hanno per mandare avanti la baracca».
 
Una signora corpulenta con una strana parlata spassosa, quasi fuori luogo, ci dice che suo marito è impiegato al Comune: «In due percepiamo quasi tremila euro di indennità. La nostra stabilità economica ci ha permesso fino ad oggi di fare una vita abbastanza agevole, di accendere un mutuo e pagare le rate di due automobili. Adesso sono terrorizzata all’idea che all’improvviso potremmo trovarci entrambi senza stipendio. Sarebbe un disastro totale. Sarebbe la rovina della nostra famiglia».
 
Con tono rassegnato, un operaio di mezza età dagli occhiali spessi si lascia andare ad un appello: «Se il Sindaco riceve davvero questi aiuti dal Governo non deve dimenticarsi della Multiservizi», nel frattempo i colleghi intorno a lui lo guardano compiaciuti, annuiscono.
 
Insomma, quello che i dipendenti chiedono sono le risorse necessarie per continuare a svolgere il lavoro di sempre. Ma per fare questo c’è bisogno che il Comune di Catania paghi le fatture precedenti e garantisca i futuri contratti di lavoro.

Perla Maria Gubernale

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