«Di giorno si lavora con i bambini e di sera si occupa. Mentre l’assessore è al caldo a casa». Così Giusy Mavilla, una delle ausiliarie che lavora negli asili nido comunali catanesi, commenta il presidio permanente in corso da ieri sera in sette strutture etnee su quindici. Le operatrici durante il giorno svolgono il loro solito supporto alle maestre ma, alle 18.30, quando i cancelli chiudono, hanno deciso di restare a dormire all’interno degli asili fino alla riapertura dell’indomani mattina. Per manifestare contro la decisione dell’amministrazione Bianco di ritoccare al rialzo le rette, provocando una calo di iscritti e mettendo così in pericolo i posti di lavoro. «L’assessore (al Welfare Fiorentino Trojano, ndr) continua a negare le richieste di licenziamento e la bassa presenza di bambini, ma sono tutte bugie», continua la lavoratrice.
E durante i botta e risposta tra l’amministrazione e il movimento Catania bene comune, che si è da subito intestato questa battaglia, le operatrici delle cooperative Spazio bambini, Città nuova e Progetto vita hanno deciso di dare vita a questo presidio permanente con la volontà di non interrompere il servizio, essenziale per tante famiglie etnee. Sette i nidi occupati: Ali fiorite in via Forlanini, Tra Ginestre e Formiche in viale Tirreno, L’arcobaleno in via Cannizzaro, La Sirenetta in via Acquicella Porto, Piccoli frutti in via Raccuglia, La giostra dei bimbi in via Calipso e Il bruco e la mela in via Pitagora.
«Noi di Progetto vita siamo le più fortunate perché siamo state pagate fino a novembre o dicembre – racconta Mavilla – Ma ad altre colleghe lo stipendio manca da agosto». Compresa la tredicesima mai arrivata. Una vertenza sindacale legata a doppio filo alla presenza dei bambini negli asili. «Appena i genitori hanno sentito le nuove rette c’è stato il fuggi fuggi – continua l’operatrice – I frequentanti non sono 308, come dice l’assessore, ma 279. Comunque, rispetto ai 780 bambini dell’anno scorso, siamo anni luce indietro». E quella sui numeri non sarebbe l’unica bugia dell’amministrazione, secondo le manifestanti. «È falso che si stia chiedendo il licenziamento delle lavoratrici ausiliarie», replicava Trojano nei giorni scorsi alle accuse. «Eppure all’avvocatura comunale è stata depositata una richiesta per tagliare il 20 per cento di noi – ribatte Mavilla – Almeno con l’attuale gara d’appalto. Con la nuova saremo tagliate per il 50 per cento».
Nemmeno la promessa di nuove strutture e di una riorganizzazione generale che guardi anche alle famiglie più bisognose convince le lavoratrici. «Questi caseggiati che vogliono creare sono dei lager dove i bambini non hanno né il pasto né i lettini – conclude Giusy Mavilla – Dal Comune vogliono creare delle differenze sociali tra i ricchi che possono permettersi gli asili e i poveri. E invece i bambini sono tutti uguali, che siano figli di assessori o di noi comuni mortali».
Sui ritardi nei pagamenti degli stipendi è intervenuto nel pomeriggio l’assessore comunale al Welfare Fiorentino Trojano. «Il problema è un Documento unico di regolarità contributiva (Durc) rilasciato dallInps alla Direzione Patrimonio del Comune per partecipare alle gare che, richiesto dai nostri uffici allInps, è risultato irregolare ha spiegato lassessore Trojano La prima richiesta era stata presentata nel novembre dello scorso anno ed è stata successivamente reiterata prima il 18 febbraio scorso e ancora ieri. Non abbiamo ancora una risposta, e senza questa documentazione, come detto, la legge ci impedisce di effettuare i pagamenti», ha concluso l’assessore al Welfare.
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