Arsea, l’ente fantasma della Regione Sicilia Lombardo nomina direttore un fedelissimo

«La mattina mi alzo alle tre e mezza. Mi hanno chiesto 21.500mila euro di Imu per la mia campagna. Siamo in recessione, a me chiedete queste cifre e poi esistono questi sprechi? Non ci siamo». E’ arrabbiato Corrado Vigo, agronomo e blogger siciliano. Sul suo spazio on line, Vigopensiero, ha pubblicato in cinque puntate La favola della gallina dalle uova d’oro: l’Arsea, emanazione regionale dell’Agea, ente pagatore nazionale che si occupa di smistare agli agricoltori gli aiuti e i contributi provenienti dalla comunità europea. Un apparato fantasma, quello siciliano, mai entrato in funzione ma per cui il 15 giugno scorso il governatore Raffaele Lombardo ha nominato un nuovo dirigente: Claudio Raciti, agronomo di famiglia del presidente, a cui adesso spetta una indennità di circa 160mila euro all’anno. Uno spreco lungo sei anni e cominciato dal suo predecessore, l’ex governatore Totò Cuffaro. Tra finte marce indietro e cifre in bilancio esorbitanti.

La favoletta inizia nel 2006 quando la Regione Sicilia, così come altre d’Italia, decide di istituire una emanazione autonoma dell’Agea: l’Arsea. «Un’idea che non era sbagliata – commenta Vigo – E che serviva a facilitare il rapporto tra gli agricoltori e l’ente nazionale, troppo lontano». Ma, nella maggior parte dei casi, l’esperimento si rivela disastroso. «Perché le Regioni, attraverso i loro enti autonomi dovevano anticipare i soldi che poi sarebbero stati restituiti dall’Agea – spiega Vigo – Un impegno troppo oneroso in tempi di crisi». Ma la Regione Sicilia decide comunque di provarci e, per fare funzionare l’ente, prevede due sedi – a Palermo e a Catania – e 91 dipendenti. Una decina di dirigenti, diversi impiegati e due autisti nel capoluogo palermitano; tre dirigenti e ancora vari impiegati, ma senza autisti, nella città etnea. Ma non se ne fa niente: i lavoratori restano solo tre, «per un’agenzia mai entrata in funzione».

«Un’inutilità, eppure nessuno pensa ancora ad abolirla», continua Vigo. Nel 2009, anzi, il nuovo presidente della regione Raffaele Lombardo, subentrato a Cuffaro, nomina un primo direttore generale per l’Arsea: Ugo Maltese. Per lui è prevista un’indennità di circa 170mila euro l’anno a fronte di un incarico in un ente fantasma. Scoppia la polemica e Lombardo fa un passo indietro. Nel 2010, in clima di austerity, annuncia il taglio dell’Arsea e il ritorno delle competenze all’Agea. Ma nel bilancio regionale dello stesso anno vengono previsti per l’agenzia 800mila euro. Confermati per il 2011. Il governatore rassicura ancora tutti: «Ho parlato col dirigente generale Ugo Maltese il quale, con grande senso di responsabilità, ha deciso di rassegnare le sue dimissioni – dichiara – E comunque voglio precisare che ancora nemmeno un euro è stato speso per quell’agenzia». Che, intanto, rimane sempre un ramo secco dell’amministrazione regionale.

Il governatore Lombardo annuncia intanto le sue dimissioni, previste per luglio. Prima, però, vuole forse tentare il recupero dell’esperimento. E nomina, nei mesi scorsi, un nuovo direttore regionale dell’Arsea. Ruolo formalizzato nella gazzetta ufficiale del 15 giugno 2012. E’ Claudio Raciti, già consulente dell’impresa agricola della moglie del presidente regionale Saveria Grosso e candidato alle elezioni regionali del 2008 con l’Mpa – partito fondato da Lombardo – ma non eletto. Per lui è prevista la retribuzione minima dei dirigenti regionali, cioè poco più di 160mila euro annui. «Altro che favola – conclude Vigo – E’ una presa in giro».

 

[Foto di lorca56]

Claudia Campese

Giornalista Professionista dal 2011.

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