Dopo il sì alla stabilizzazione di vecchi e nuovi precari, nei Palazzi della politica siciliana, il giorno dopo, si tirano le somme. I conti tornano? Loro, i politici, pensano di sì. Di fatto, hanno approvato una legge già impugnata dal commissario dello Stato. Ma sono convinti che passerà. Perché? Perché sono convinti che il nuovo commissario dello Stato è più buono del precedente. Più tollerante, più accomodante, più, più, più. Sono convinti – a nostro avviso sbagliando – che, lungi dal verificare la costituzionalità delle leggi, il commissariato sia una sorta di ufficio diconsulenza del governo. Forse perché, ormai da anni, è in voga una sorta di patteggiamento ante. E se il commissario dello Stato confermerà lorientamento del suo predecessore? Sarebbe una tragedia.
Intanto ci si prepara alla nuova legge omnibus. Di che si tratta? Dellesercizio provvisorio, naturalmente. Dovrebbero essere due articoli: gennaio e febbraio per andare in dodicesimi e formula finale. Punto. Invece il punto è stato sostituito con i due punti, se è vero che in questo disegno di legge ci stanno infilando di tutto.
Ci dovrebbero essere – il condizionale è dobbligo – i 60 milioni di euro per la formazione professionale. Così ha deciso la quarta commissione legislativa dellArs (Cultura e lavoro). Lo vogliono le opposizioni. Ma anche pezzi della maggioranza. Con pezzi del Pd. non ne vuole sapere il governo. Che sostiene che il prossimo anno ci saranno i soldi del Fondo sociale europeo. Non ne sono convinti i deputati. Che invece paventano ritardi e stipendi bloccati per il personale. Morale: bagare assicurata.
Nel nuovo calderone provvisorio ci finiranno pure gli sconti fiscali e altre proroghe varie. Più, ovviamente, le sorprese dellultimo momento. Perché a sala dErcole, quando si apre il suk-omnibus tutti i deputati si mettoni in fila per un pensierino.
Chisura con la farsa. Che in Sicilia, spesso, è laltra faccia della tragedia. A quanto si racconta, ieri i lavori parlamentari si sarebbero svolti in fretta e furia per liberare Sala dErcole dalla presenza dei parlamentari. Perché? Perché il presidente, Francesco Cascio, è un appassionato di musica. E la musica – quasi per scimmiottare Roma – la vuole dentro la sede del parlamento dellIsola. Dunque sbrigatevi ad approvare queste leggi. Niente note di variazione, insomma, ma note musicali…
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