Ars, tensioni tra governo e deputati sulla Finanziaria Il testo collegato subito sembra l’unica exit strategy

Il giovedì nero della coalizione di governo è ormai alle spalle e in molti si augurano che questa mattina, in commissione bilancio, possa andare meglio. Le bocche dalle parti della maggioranza sono cucite. Ma qualcosa filtra sulla giornata di tensioni che si è respirata ieri a Palazzo dei Normanni. Doveva essere il giorno dell’ok della Commissione Bilancio alla Finanziaria, che questa mattina sarebbe dovuta approdare a Sala d’Ercole. Ma che l’aria non fosse delle più serene, è stato chiaro sin dalle prime ore. E non è andato meglio nel pomeriggio quando, dopo l’ennesima sospensione, si è deciso di rimandare tutti negli spogliatoi. 

Il nodo del contendere è estremamente prevedibile: il governo chiede all’Assemblea «uno sforzo di sobrietà», affinché si approvi la Finanziaria nella forma snella che è stata proposta al Parlamento, per poi lasciare spazio alle proposte aggiuntive che i deputati hanno messo nero su bianco negli emendamenti presentati nel testo collegato.

Ma né dalle parti della maggioranza, né tantomeno tra le opposizioni, i deputati sono disposti a firmare un assegno in bianco al governatore, approvando la sua manovra e fidandosi del fatto che nel collegato ci sarà posto per le proposte parlamentari. «È accaduto diverse volte – ammette chi ieri era presente in Commissione – che davanti ai continui dinieghi dell’assessore all’Economia, Gaetano Armao, i deputati facessero presente al governo che la Finanziaria poteva votarla da solo».

In questo clima di scontro, l’unica via trovata sembrerebbe essere quella della stesura del testo collegato adesso, senza aspettare che la Finanziaria venga approvata. Si tratterebbe di una garanzia importante per i deputati e consentirebbe di far scattare il semaforo verde per la legge di stabilità in direzione di Sala d’Ercole, per far posto all’esame del collegato in Commissione Bilancio. È una exit strategy a cui starebbe lavorando lo stesso vicepresidente della Regione e che potrebbe far uscire la coalizione dall’impasse.

Intanto le opposizioni sono già sul piede di guerra. Secondo i 5 Stelle, «ancora una volta gli interessi della Sicilia e dei siciliani vengono messi in secondo piano rispetto a quelli della maggioranza. Gli azionisti del governo Musumeci – attaccano i pentastellati – evidentemente, per dare l’ok alla finanziaria vogliono capire cosa potranno ottenere in sede di collegato, che è il terreno in cui ciascuno cercherà di piantare la propria bandierina».

Non ci vanno più leggeri in casa dem, dove si dicono convinti che «lo scontro interno alla coalizione Musumeci paralizzi la Regione». Il capogruppo, Giuseppe Lupo, e il vicepresidente della commissione Bilancio, Baldo Gucciardi, parlano di «centinaia di emendamenti presentati dai deputati di maggioranza e perfino dagli stessi assessori hanno fatto esplodere le previsioni di spesa del bilancio. La rissa all’interno dei partiti che sostengono il presidente della Regione – aggiungono – ha determinato di fatto la bocciatura della ridicola e improvvisata manovra economica approvata dalla giunta. Musumeci abbia il buonsenso di intervenire per il bene della Sicilia, – concludono – impedisca il saccheggio delle casse regionali e chieda il ritiro di tutti gli emendamenti presentati dalla sua irresponsabile maggioranza che ha sabotato la manovra facendo precipitare la Regione nel caos».

Miriam Di Peri

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