Ars: tagli per tutti ma la dirigenza esterna non si tocca

Quello dei “dirigenti a contratto” esterni alla Regione siciliana è uno scandalo pronto a scoppiare con fragore. Fiumi di quattrini e indennità “pesanti”, a diversi zeri, distribuiti a destra e manca per concedere favori e ricambiare piaceri ad amici & parenti, con la scusa che sarebbero “indispensabili” alla gestione dell’amministrazione regionale che di dirigenti ne ha già mille e 800, la metà dei quali non dirige un tubo perché non c’è proprio nulla da dirigere!

Un esercito posto a presidio degli snodi decisionali. Nessuno sa quanti sono e in quali anfratti dell’amministrazione prestano servizio. Qualcuno dice che sono venti, qualche altro cento, qualche altro ancora, addirittura, ne conta duecento. I più attenti riferiscono che sono almeno 400 e che presidiano gabinetti e segreterie tecniche di tutti gli assessorato regionali e gli uffici strategici dove transitano i flussi finanziari.

Si pensava che, dopo le follie del precedente Governo regionale, l’attuale Governo, presieduto da Rosario Crocetta, avrebbe azzerato il costo e cancellato queste figure. Invece si scopre che i tagli su tutto e tutti praticati da Luca Bianchi, assessore regionale all’Economia, non avrebbero scalfito l’elenco dei potenti (figli, nipoti, fratelli e ‘protetti’ di politici e alti burocrati), incaricati, in posizioni apicali, all’interno della dirigenza regionale.

Non è facile capirne di più. L’unica notizia degna di nota è che qualche mese fa i parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno ‘sgamato’ il tentativo di un rinnovo di contratto solo per una parte di loro. La cosa che dà molto fastidio è il silenzio che regna da anni attorno a queste figure. Quasi che il contratto di dirigente regionale a contratto, esterno all’amministrazione sia una specie ‘premio fedeltà’ da garantire a una ristrettissima cerchia di adepti.

Peccato che i soldi con i quali vengono pagati sono pubblici e non privati. Ma questo negli uffici della Regione siciliana conta poco. L’autonomia, per la classe politica siciliana non è mai stato un’occasione ri riscatto della Sicilia ma un mezzo per garantire posti e prebende agli amici, parenti & affini…

Dal presidente Crocetta, a dir la verità, ci aspettavamo una rottura drastica con il passato. Anche perché lui, con queste vicende, non centra proprio nulla.

Sulla dirigenza a contratto, il Movimento Cinque Stelle ha presentato, nei giorni scorsi, tre emendamenti in Commissione legislativa Affari Istituzionali dell’Ars per cercare di contenere il fenomeno e ridurre drasticamente la spesa, esagerata e inutile.

Un primo emendamento abrogativo è stato ‘bocciato’ in Commissione.

Il  secondo emendamento è stato “assorbito” dal Governo regionale, che ha assunto l’impegno di inserirlo in un disegno di legge organico di riordino degli Enti locali (che fine abbia fatto, però, non è dato di sapere).

Con il terzo emendamento, esitato positivamente dalla citata Commissione, i grillini sono riusciti ad introdurre una modifica per inasprire il controllo preventivo sulle nomine effettuate dal Governo.

Precisiamo che la Commissione Affari Istituzionali ha il compito di esprimere pareri, entro 15 giorni, sulle nomine avanzate dall’esecutivo regionale. Con l’emendamento approvato, la citata Commissione avrà 30 giorni per pronunciarsi sulla valenza delle nomine.

Altro aspetto curato dai “grillini” è stato quello di richiedere, al Governo un’accurata relazione che precisi i motivi della nomina, i requisiti e gli obiettivi da raggiungere. Una maniera per tentare di contenere una delle prerogative del Governo, che ha sempre celato scelte clientelari, in barba agli oltre mille e 800 dirigenti in organico, pagati a suon di migliaia di euro, indipendentemente dal fatto che lavorino o meno. Uno spreco di denaro pubblico che non si può giustificare in tempi di spending review.

Quella della nomine di dirigenti esterni è una prassi deleteria anche per gli effetti negativi che ricadono sull’azione della pubblica amministrazione. Ripetiamo, si tratta per lo più di soggetti che ricoprono posti e responsabilità che potrebbero semplicisticamente essere destinati al personale dirigenziale interno. Soggetti che rallentano, o accelerano i provvedimenti, sulla scorta del diktat del politico di turno. Se la burocrazia regionale non funziona lo si deve anche alla responsabilità di una classe politica intenta a ‘colonizzare’ ogni cosa, compresi gli uffici della Regione siciliana, trasformando in fatti privati ciò che è pubblico.

Auspichiamo che il parlamento regionale prenda coscienza della gravità dello spreco e trovi un momento di sintesi in Commissione Bilancio e Finanze o anche in Aula, per porre fine all’esercito dei dirigenti esterni super pagati di cui la Sicilia, in preda al default, potrà benissimo fare a meno.

In ogni caso, il Governo farebbe bene a rendere noti i nomi di tutti i dirigenti esterni della Regione che hanno operato in questi anni, con relativo ufficio dove hanno operato, ruolo ruolo ricoperto e remunerazione. Tutto questo per un fatto di democrazia e di trasparenza.

 

 

Giuseppe Messina

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