Ars, sul bilancio 2013 ancora nebbia fitta

La notizia del ‘Palazzo’ di oggi si condensa in una parola: “Assenza”. Oggi negli uffici della Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars si attendeva l’arrivo della nuova versione della manovra economica da parte del Governo. Ma i documenti non sono arrivati. Segno che, nonostante le tante parola pronunciate la scorsa settimana di concreto, almeno fino ad ora, c’è ben poco.

Lo scenario è arcinoto. C’è il ‘buco’ di un miliardo di euro dello scorso anno. Un secondo ‘buco’ di un altro miliardo di euro di quest’anno. E un accantonamento di 900 milioni di euro, ‘scontato’ a 800 milioni che la Sicilia deve versare a Roma nel nome del Fiscal Compact, il demenziale trattato internazionale siglato dal nostro paese con l’Unione Europea. Soldi che servono per tappare i ‘buchi’ delle banche europee e per saziare gli appetiti delle varie massonerie che si sono impossessate di quello che resta dell’Unione Europea.

Morale: c’è un ‘pirtuso’ (‘buco’ finanziario o ammanco di bilancio per i non siciliani) di 2,8 miliardi di euro. Un gran casino.

La scorsa settimana l’assessore all’Economia, Luca Bianchi, è tornato da Roma felice e contento perché il Governo Monti – Governo ‘celebre’ per avere ‘spogliato’ gli italiani nel nome delle banche – avrebbe concesso, bontà sua, l’applicazione dell’articolo 37 dello Statuto. Notizia bellissima.

La parte meno bella della bellissima notizia è che dall’applicazione dell’articolo 37 dello Statuto (quella parte dello Statuto che, come potete leggere in altra parte del nostro giornale, consentirà alla Regione di incassare le imposte che le imprese del Centro Nord Italia con stabilimenti in Sicilia ma sede sociale altrove pagano oggi nelle regioni di provenienza) arriveranno, sì e no, 50 milioni di euro.

In pratica, lo Stato ci scippa 800 milioni di euro per foraggiare banche e massonerie finanziarie europee e ci restituisce appena 50 milioni di euro. Un bell’affare, non c’è che dire.

Alla Sicilia Roma ‘concederebbe’ soldi che sono già nostri: e cioè 300 milioni di euro a valere sui Fas, Fondi per le aree sottoutilizzate. Soldi che Roma ha fino ad oggi trattenuto abusivamente e che, in buona parte, ha utilizzato per le Regioni del centro Nord Italia in barba alla legge che istituisce il Fas. Questa, di fatto, è la seconda truffa contabile del Governo nazionale ai danni della Sicilia.

Poi ci dovrebbero essere altre cose: una manovra per ‘spalmare’ il miliardo di ‘buco’ del 2012 in non sappiamo quanti anni e qualche prestito per pagare la spesa corrente che dovrebbe essere impugnato dal Commissario dello Stato (per la cronaca, l’anno scorso, sempre ad aprile, il Commissario dello Stato ha impugnato un prestito di circa 500 milioni che Governo e ars avrebbero voluto utilizzare come spesa corrente).

Ovviamente, tutte queste cose che avete letto dovrebbero venire dettagliate nella manovra che il Governo regionale dovrebbe consegnare alla Commissione Bilancio e Finanze. Manovra che – ognuna per la parte competente – dovrà essere riesamina dalle Commissioni legislative di merito che, fino ad oggi, si sono pronunciate su una bozza che il Governo ha consegnato all’Ars lo scorso dicembre, ma che poi ha ritirato. Un altro grande casino.

In attesa che gli uffici dell’assessorato all’E
conomia mettano giù una mezza proposta di bilancio e finanziaria a Sala d’Ercole si passa il tempo ingannando il tempo. Oggi, per esempio, l’Ars torna a riunirsi per designare i tre grandi elettori da spedire a Roma per partecipare all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

Due nomi ci sono già: sono quelli del presidente della Regione, Rosario Crocetta, e del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone. Ne manca un terzo. A contenderselo sono il Pdl e il Movimento 5 Stelle. Alla fine dovrebbe passare il candidato del Pdl. Che dovrebbe designare l’ex presidente dell’Ars, Francesco Cascio.

 

Redazione

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