Ars, opposizioni attaccano la relazione di Musumeci «La sua Sicilia non esiste, sembra Maria Antonietta»

A sala d’Ercole entrano Kevin Costner, Robert De Niro, Gioachino Rossini e pure Maria Antonietta. Per parlare della relazione presentata in aula la scorsa settimana dal presidente Nello Musumeci, le opposizioni attingono a piene mani da cultura popolare, musica classica e storia. Il filo rosso che li lega però è soltanto uno: ognuno di loro serve a raccontare una storia – quella della Sicilia – che in realtà non esiste. Questa è infatti l’accusa più grave rivolta al governatore.

Pd: «Musumeci come Maria Antonietta»
Il primo a prendere la parola è stato Antonello Cracolici. Il parlamentare del Partito democratico ha attaccato su tutta la linea l’operato del governo regionale. «Presidente lei si è presentato alla Sicilia con un’ambizione: diventerà bellissima – ha esordito Cracolici -. Per onestà, devo dire che non mi è mai piaciuta la suggestione di una Sicilia che sarebbe divenuta bellissima, quando in realtà noi siamo già bellissimi». Per il deputato dem a mancare sarebbe stata la concretezza della giunta. «Oggi abbiamo gli stessi problemi di due anni fa, e per certi aspetti altri sono più gravi», ha aggiunto. Cracolici ha parlato poi delle nomine fatte da Musumeci in diversi settori: nel caso di Antonino Candela, l’uomo chiamato a guida del comitato tecnico anti-Covid poi arrestato, il deputato ha parlato di «ominicchi»; per poi criticare anche la gestione delle cariche di dirigente generale ai vertici dei dipartimenti. «Lei rischia di fare come Maria Antonietta: davanti al popolo che ha fame pensa di dare le brioche», ha rilanciato l’esponente democratico, per poi chiudere con la citazione su «chiacchiere e distintivo» la cui paternità – Costner o De Niro? – ha dato vita a un breve scambio tra i deputati presenti.

Fava: «Retorica da Ventennio»
Dopo Cracolici a prendere la parola è stato Claudio Fava. «Presidente, abbiamo ascoltato per due ore la sua relazione contabile, a tratti effervescente come un testamento – ha iniziato il deputato che guida la commissione regionale Antimafia -. Ha usato una grammatica della speranza che ha ricordato un aneddoto di Rossini, quando davanti al lavoro di un giovane musicista dice: “C’è del bello e c’è del nuovo, ma ciò che è bello non è nuovo e ciò che è nuovo non è bello”». Tra le principali critiche di Fava c’è l’assenza di una visione politica che si spinga oltre il normale andamento dell’attività amministrativa. «Il presidente potrebbe essere in vacanza ad Ambelia e la pubblica amministrazione produrrebbe lo stesso quegli atti», ha proseguito. Parole anche sulla figura di Alberto Samonà, definendo «un volo di fantasia» l’avere associato al neoassessore il termine sobrietà. Il riferimento di Fava è alle molteplici uscite sopra le righe di Samonà, il cui passato affonda negli ambienti di estrema destra. 

Italia Viva: «Ci aspettavamo licenziamento di Branca»
Bacchettate e qualche nota positiva nell’intervento del deputato Nicola D’Agostino di Italia Viva. «Presidente, la differenziata è vero che è cresciuto ma non l’ha fatta crescere il governo. Il merito è dei Comuni e dei cittadini». D’Agostino poi si è soffermato sull’inchiesta che ha colpito i titolari della Sicula Trasporti, la società che gestisce la più grande discarica della Sicilia. Il parlamentare ha parlato di Vito Branca (non indagato), nominato al vertice del Cda della società e contemporaneamente presidente di Riscossione Sicilia. «Mi sarei aspettato il licenziamento», ha detto D’Agostino. 

Movimento 5 stelle: «Presentiamo mozione di sfiducia»
Come già annunciato questa mattina, il M5s si è presentato in aula con la mozione di sfiducia nei confronti del governatore Nello Musumeci. Per i pentastellati, l’azione del governo è stata povera di contenuti, incapace di rilasciare «un quadro chiaro del futuro di questa regione». L’intervento del capogruppo Giorgio Pasqua ha passato in rassegna quelli che secondo il M5s è il ventaglio di fallimenti che avrebbe collezionato Musumeci in questa prima metà di legislatura: sport, spettacolo, ma anche il caso dei numeri gonfiati dei contagi da Covid.

Simone Olivelli

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