Ars, mozione di sfiducia al presidente Crocetta giovedì?

NOI STAMATTINA ABBIAMO SCRITTO CHE DOVREBBE SLITTARE ALLA PROSSIMA SETTIMANA. MA CI ARRIVA NOTIZIA CHE POTREBBE ESSERE CALENDARIZZATA TRA DUE GIORNI, PER COSTRINGERE PD E GOVERNO A DECIDERE IN TEMPI BREVI

La lunga partita tra il governatore Rosario Crocetta, il senatore Giuseppe Lumia e i loro alleati da una parte e il PD siciliano dall’altra parte potrebbe presentare qualche novità nella tarda mattinata di oggi, quando la conferenza dei capigruppo dell’Ars si riunirà. Come abbiamo anticipato, all’ordine del giorno, tra le altre cose, ci dovrebbe essere la mozione di sfiducia al presidente della Regione presentata dal centrodestra e dal Movimento 5 Stelle.

Stamattina abbiamo scritto che questa mozione di sfiducia potrebbe slittare alla prossima settimana. Ma sempre stamattina ci è giunta notizia che potrebbe anche materializzarsi la proposta di metterla in discussione giovedì prossimo, cioè tra due giorni. Proviamo a illustrare i possibili scenari che potrebbero aprirsi.

In questa fase – come abbiamo scritto ieri sera e ribadito stamattina – c’è uno stallo. Crocetta, Lumia e Confindustria Sicilia non vogliono rinunciare agli assessori Nelli Scilabra, Salvatore Calleri e Linda Vancheri. Ma non vogliono, soprattutto, rinunciare alla gestione di Formazione professionale, Energia, Acqua, Rifiuti, Attività produttive e Irsap.

Dall’altra parte, il PD di Raciti chiede l’azzeramento della Giunta e una ridistribuzione di queste deleghe.

Il passaggio della mozione di sfiducia al presidente Crocetta è delicatissimo. Perché se la mozione dovesse essere approvata da Sala d’Ercole andrebbero a casa Governo e Ars.

In questo momento le firme dei deputati in calce alla mozione di sfiducia al presidente Crocetta sono 40: sono quelle dei parlamentari del centrodestra e dei 14 parlamentari grillini. Se a queste firme si dovessero aggiungere le firme dei 9 deputati cuperliani del PD, Crocetta e l’Ars sarebbero a casa, perché per approvare a sfiducia al presidente di firme ne occorro 46 su 90 e ce ne sarebbero 49.

In questa fase, paradossalmente, Crocetta e Lumia avrebbero interesse a far discutere la censura anche oggi. Perché, a trattativa aperta, i nove deputati cuperliani sarebbero costretti a salvare il presidente Crocetta. Che, però, una volta incassata la mancata approvazione della sfiducia tornerebbe ad avere il coltello dalla parte del manico e potrebbe imporre ai cuperliani la Giunta di proprio gradimento: si terrebbe le deleghe che più gli aggradano e manterrebbe in Giunta la Scilabra, la Vancheri e Calleri.

I cuperliani – ed è quello che abbiamo ipotizzato noi stamattina – potrebbero chiedere un rinvio di una settimana, per tenere ancora sul filo il presidente Crocetta. Minacciando, la prossima settimana, di votare la sfiducia.

Ora potrebbe emergere la proposta di calendarizzare la mozione di sfiducia giovedì, dando a Crocetta e al PD altri due giorni per trovare un’intesa.

Sintetizzando, chi ha in mano le sorti di questa legislatura – dando per certo che tutti i parlamentari del centrodestra e del Movimento 5 Stelle votino la mozione di sfiducia al presidente Crocetta – potrebbero essere i nove parlamentari cuperliani del PD. E poco importa se la mozione di sfiducia verrà calendarizzata oggi, giovedì o la prossima settimana. Perché arriverà un momento in cui ‘sta benedetta mozione si dovrà discutere e votare.

Va anche tenuto conto che, all’interno del centrodestra, esiste un ‘ventre molle’ rappresentato dal Nuovo centrodestra democratico, formazione politica divisa: una parte – supponiamo la maggioranza dei parlamentari – dovrebbe stare all’opposizione; ma un’altra parte – quella legata al senatore Pino Firrarello, Giuseppe Castiglione e al capogruppo all’Ars, Nino D’Asero – sottobanco, ha sempre appoggiato il Governo Crocetta.

Bisognerà capire quanti deputati del Nuovo centrodestra, se si dovesse andare al voto, voterebbero la sfiducia a Crocetta.

La partita è aperta.

Redazione

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