A cinque anni esatti dalla loro introduzione, arriva il no alle dirette streaming delle commissioni legislative dell’Ars. Con una lettera di tre pagine sottoscritta dal presidente Gianfranco Miccichè, l’Ars fa inversione di marcia sulla strada della trasparenza di palazzo dei Normanni. A lanciare l’allarme è il gruppo del Movimento 5stelle al Parlamento regionale. «Arrampicandosi sui cavilli offerti da alcuni articoli del regolamento dell’Ars, letto, ovviamente, in maniera molto più che restrittiva – afferma la capogruppo M5s Valentina Zafarana – Miccichè ha di fatto stoppato la pratica delle dirette streaming sistematiche delle commissioni, anche di quelle, come quella Ambiente e Bilancio, che erano diventate una prassi nella scorsa legislatura. Anziché andare avanti, si torna indietro. È vergognoso».
Nella nota incriminata Micciché spiega che «il regolamento interno dell’Ars non prevede che le commissioni siano pubbliche. Il regolamento dispone che delle seduta è data a mezzo di pubblicità resoconto sommario redatto a cura dei funzionari di commissione. Alle sedute può essere ammessa, previa autorizzazione del presidente, la stampa parlamentare. Se ci sono particolari condizioni di interesse generale, le commissioni legislative possono decidere di tenere aperta la seduta previa autorizzazione». Insomma Micciché scrive che visto che si tratta di «incontri informali senza nessuna deliberazione definitiva, prevale l’esigenza di assicurare ai parlamentari una maggiore libertà».
Miccichè ricorda, a norma di regolamento, le eccezioni, quando cioè sarebbe permessa la riproduzione integrale dei contenuti delle commissioni: quando si assumono deliberazioni definitive e quando di discute di un’interrogazione pubblica. In questi casi «il regolamento permette di assicurare la pubblicità integrale tramite mezzi audiovisivi». Però con un altro importante paletto: che ci sia l’approvazione «su giudizio insindacabile» del presidente dell’Ars. «Operazione pressoché impossibile – attacca Zafarana, del M5s – e che di fatto lega le mani ai presidenti che finora non hanno avuto problemi a dare l’ok alle dirette. Pertanto chiederemo la modifica del regolamento per rendere le dirette streaming la regola e non l’eccezione».
«Di questo passo – continua la capogruppo pentastellata – ci aspettiamo che venga anche soppressa la pubblicazione dei deputati assenti all’Ars, da noi ottenuta durante la presidenza Ardizzone quando anzi si deve procedere in direzione totalmente opposta: vanno pubblicate le assenze di tutti, eliminando le presenze automatiche di alcune figure come i presidenti di commissione e dei questori che vengono dati come presenti d’ufficio».
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