HA FATTO MALE, IERI, IL PRESIDENTE DELL’ARS, GIOVANNI ARDIZZONE, A DIFENDERE UNA RIFORMA FALLITA. PIUTTOSTO FAREBBE BENE A PREPARARE UNA MOZIONE PER IMPEGNARE IL GOVERNO A RESPINGERE IL CARICO DI GAS NERVINI IN ARRIVO DALLA SIRIA CHE NON DEBBONO TROVARE POSTO AD AUGUSTA. UN SUSSULTO DI DIGNITA’ PER DIRE A ROMA CHE LA SICILIA NON E’ L’ULTIMA DELLE COLONIE ITALIANE
Ieri le cronache hanno registrato la secca sconfitta del Governo regionale a Sala d’Ercole. L’esecutivo di Rosario Crocetta è andato giù sulla proroga dei commissari delle Province. L’orientamento dell’Aula – che si occupa di politica queste cose dovrebbe capirle – è quello di ripristinare gli organi elettivi delle amministrazioni provinciali – presidenti e consigli provinciali – e andare al voto per rieleggerli.
C’è chi ha cominciato a stracciarsi le vesti per quest’eventualità. E fa male. Perché l’abolizione delle Province è un errore. In Italia e in Sicilia. Perché tra tutti gli enti pubblici sono quelli che costano meno.
Su questo punto gli amici del Movimento 5 Stelle stanno commettendo un errore. Perché si stanno adeguando ai poteri forti – con in testa il Club di Bilderberg, ormai forte e presente anche nel nostro Paese – che vorrebbero sbaraccare tutti i presidi di democrazia.
Ripristinare, in Sicilia, non le Province – che non sono mai state abolite – ma i presidente e i consigli provinciali è un atto di democrazia. E ha fatto male, ieri, il presidente dell’Ars, onorevole Giovanni Ardizzone, a ‘filosofeggiare’ sul ‘non ritorno delle Province’, perché il significato politico del voto di ieri è proprio quello che lui ha negato: la volontà del Parlamento siciliano di ripristinare due organi che verranno eletti democraticamente. Rinviando a tempi migliori l’applicazione dell’articolo 15 dello Statuto siciliano, che non può essere applicato nell’attuale scenario politico e istituzionale.
Ieri e oggi molti osservatori sottolineano la mancanza di una maggioranza d’Aula a sostegno del Governo. Tesi corretta. Anche se è altrettanto vero che a mancare, oggi, in Sicilia, è un Governo regionale. Perché l’attuale Governo di Rosario Crocetta non sta governando: sta solo incasimando la Sicilia.
Non manca chi si diletta nel cercare di capire che era presente o assente ieri da Sala d’Ercole. Questi conteggi servono a poco. Il vero dato politico è l’incapacità di questo Governo ad affrontare i problemi della Sicilia.
Se chi sta dietro Crocetta pensa di continuare a governare tutelando solo gli interessi romani (leggere l’assessore all’Economia Luca Bianchi), quelli di Confindustria Sicilia e quelli degli americani (leggere Muos di Niscemi, ma anche Sigonella) si sbaglia.
Ieri abbiamo dato la notizia che i rifiuti tossici siriani troveranno posto ad Augusta. E’ una notizia sconvolgente. Perché tutte le Regioni italiane che si affacciano sul mare hanno detto “no”. E il Governo nazionale, davanti ai “no” di tante regioni del nostro Paese ha individuato come sede di questi veleni, come al solito, l’ultima delle colonie: cioè la Sicilia.
Il Governo regionale è stato interpellato? O la ministra degli Esteri Emma Bonino – quella che avrebbe dovuto far liberare un anno fa i due marò italiani ancora prigionieri in India – ha fatto tutto da sola? E com’è possibile che un fatto così grave non stia passando dal Parlamento siciliano?
Oltre a ripristinare gli organi elettivi delle Province, Sala d’Ercole farebbe bene a discutere una bella mozione per impegnare quello che resta del Governo Crocetta a respingere il carico di gas nervini in arrivo – il prossimo gennaio – dalla Siria.
Ad Augusta bastano già le raffinerie dei milanesi, che inquinano la provincia di Siracusa e pagano le imposte in Lombardia.
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