Ars/ Famiglie e imprese siciliane si preparino a pagare gli stipendi ai precari

LA SETTIMANA POLITICA E PARLAMENTARE DI SALA D’ERCOLE SI APRE CON ANNUNCI A EFFETTO SUL PRECARIATO. IL TUTTO IN UNO SCENARIO IN CUI LA ‘BOZZA’ DI BILANCIO E FINANZIARIA 2014 E’ STATA REDATTA CON CRITERI TRUFFALDINI & LEVANTINI PER FAVORIRE ROMA E FREGARE LA SICILIA

La scorsa settimana si è chiusa con l’arrivo, all’Ars, dei documenti finanziari. Consegnati dal Governo regionale con notevole ritardo, costituiscono un raro esempio di finanza pubblica truffaldina. Viene introdotta una doppia lettura per descrivere due scenari. Il tutto in palese violazione delle leggi che regolano la contabilità pubblica.
Il Governo di Rosario Crocetta e dell’assessore Luca Bianchi dice: se Roma scippa dal nostro Bilancio 2014 circa 500 e rotti milioni di euro noi possiamo fare questo ed è già un mezzo casino. Se il Governo Letta si prende 800 milioni di euro, un miliardo o, ancora, un miliardo e 200 milioni di euro, ovviamente, lo scenario è un altro: ovvero un bordello totale. E siccome lo scenario è il secondo, si profilano, per il 2014, tagli che andranno dal 60 al 66 per cento in tutti i settori dell’Amministrazione.

Di fatto, a causa della rapacità del Governo Letta, la Sicilia si appresta a varare non una manovra recessiva, ma una manovra pesantissima, da depressione economica: una manovra che ridurrà ulteriormente una domanda al consumo già bassissima, portando sul lastrico altri migliaia di commercianti e facendo aumentare la disoccupazione che in Sicilia supera già il 40 per cento.
Non è finita. Sui precari siciliani – che sono oltre 80 mila – regna il caos, al di là delle roboanti dichiarazioni dei politici. Dei 55 mila e oltre precari dislocati nei vari uffici della Regione, forse gli unici a non avere grandi problemi saranno quelli che operano nella sanità: e non è nemmeno detto, perché anche nella sanità il Governo Crocetta, invece di tagliare la spesa farmaceutica e le forniture che ‘alimentano’ la politica, potrebbe decidere di tagliare i soldi agli stessi precari.
Nella sanità lo scenario si complica alla luce del recente pronunciamento del Cga (Consiglio di giustizia amministrativa) che ha fatto venire meno i soldi che l’Amministrazione si aspettava di incassare a spese dei Laboratori di analisi. Da qui i tagli già avviati (come quelli che hanno colpito i giovani medici).

Ma la ‘botta’ più brutta arriverà per i precari che operano negli uffici regionali, nelle Province regionali e negli enti e nelle società partecipate da Regione e Province. Con il taglio indiscriminato del 60-66 per cento per tutti i settori dell’Amministrazione regionale – che il Governo non ha potuto fare a meno di scrivere nella ‘bozza’ di Bilancio e Finanziaria 2014 (detta ossimoricamente legge di stabilità…), i due terzi di questi lavoratori sono a rischio.
Non meno oscura è la sorte dei 23-24 mila precari che operano negli enti locali siciliani. Per questi, ieri sera, il Ministro della Pubblica amministrazione, il siciliano Giampiero D’Alia, ha annunciato il placet giuridico. Specificando che i Comuni potranno andare in deroga al Patto di stabilità per pagarli.
Ma per pagare questi 24 mila precari (che forse potrebbero essere di più, visto che non esistono controlli sulle assunzioni a ruota libera fatte dai Comuni) occorrono circa 300 milioni di euro all’anno. Una somma che l’allentamento del Patto di stabilità non potrà certo garantire.
Da quello che abbiamo capito, il Governo di Rosario Crocetta e dell’assessore Luca Bianchi, invece di chiedere a Roma i soldi per pagare questi precari, li vuole fare pagare ai siciliani. Come? Tagliando servizi e introducendo, possibilmente in modo occulto, nuovi balzelli.

Il messaggio politico è chiarissimo: per pagare i precari in vista della campagna elettorale delle elezioni europee del prossimo maggio, il Governo Crocetta ha intenzione di ‘tosare’ ulteriormente i già magri redditi delle famiglie e delle imprese siciliane.

In un fase così difficile serve un’informazione libera per denunciare una manovra che punta a scaricare su famiglie e imprese siciliane il peso assurdo di migliaia di persone assunte per ‘chiamata diretta’ dalla politica e dai sindacati (Cgil, Cisl e Uil in testa) nella pubblica amministrazione in barba alla Costituzione italiana.
Il Governo e, in generale, la politica siciliana hanno pensato anche a questo. Prima hanno approvato una legge a ‘sostegno’ sull’editoria (cioè degli editori). Provvedimento che è stato impugnato in parte dall’Ufficio del Commissario dello Stato. Ieri sera abbiamo appreso che la presidenza della Regione ha pronto un decreto da 1 milione e 600 mila euro per foraggiare giornali e settimanali cartacei della Sicilia e quotidiani on line.
Il tutto mentre all’Ars sta per iniziare la discussione su una manovra economica e finanziaria pesantissima che, come già detto, punta a penalizzare imprese e famiglie siciliane. Un caso?

Giulio Ambrosetti

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