LE FORBICI DI PAOLO RUGGIRELLO DOVREBBERO INTERESSARE STENOGRAFI, SEGRETARI, COADIUTORI, OPERATORI TECNICI E ASSISTENTI PARLAMENTARI
In queste ore, negli uffici dell’Assemblea regionale siciliana, non si parla d’altro. Argomento: i sottotetti.
Il tema non è architettonico. Non si tratta di riparazioni che riguardano il Palazzo Reale, sede del Parlamento siciliano. Molto più prosaicamente, si parla di indennità. Cioè di stipendi che riguardano il personale.
Di scena, questa volta, non sono i consiglieri parlamentari e i deputati, che alla fine sono stati ‘tosati’ (‘tosatura’ che, in verità, ha riguardato più i primi che i secondi: anche se i parlamentari di Sala d’Ercole, per la prima volta, hanno dovuto rinunciare non soltanto a qualche benefit, ma anche ai soldi: pochi, certo: ma sono stati colpiti pure loro).
La ‘botta’ è arrivata anche – anzi soprattutto – per i consiglieri parlamentari di Sala d’Ercole. Ai quali è stato appioppato un tetto di 240 mila euro l’anno. Non è poco, se si considera che il segretario generale, prima del ‘taglio’, si portava a casa 600 mila euro annui.
Questa volta i tagli riguardano gli stenografi, i segretari, i coadiutori, gli operatori tecnici e gli assistenti parlamentari.
Tutto nasce da quello che sta succedendo alla Camera e al Senato nella Repubblica. Sui dipendenti del Parlamento nazionale si è abbattuta la ‘scure’ della spending review.
Ragazzi: tagli pesanti, dicono. A noi, di questi tagli, sono arrivati solo gli echi.
Non sappiamo, ad esempio, quanto guadagnava prima della spending review uno stenografo del Parlamento nazionale. Ma sappiamo che gli hanno appioppato un tetto di 172 mila euro. Cosa, questa, che avrà effetti anche sugli stenografi dell’Ars, che oggi arrivano a circa 230 mila euro lordi all’anno.
Idem per i segretari del Parlamento nazionale: non sappiamo quanto incassavano prima: ma sappiamo che gli è stato imposto un tetto di circa 166 mila euro. Una brutta notizia per i segretari dell’Ars, che oggi arrivano a 210 mila euro lordi all’anno.
Stessa musica per i coadiutori romani: ai quali hanno appioppato un tetto pari a 115 mila euro. Anche in questo caso, pessime notizie per gli omologhi dell’Ars, che oggi sfiorano una retribuzione lorda pari a circa 140 mila euro annui.
Si prosegue con gli operatori tecnici: ai romani hanno assegnato un tetto pari a circa 106 mila euro all’anno. Altra brutta notizia, questa volta per gli omologhi di Sala d’Ercole, che fino ad oggi ‘viaggiavano’ sui 125 mila euro all’anno lordi.
Infine gli assistenti parlamentari. A Roma li hanno ‘mazziati’: tetto portato a 99 mila euro all’anno. Pessima notizia per gli omologhi dell’Ars, che fino ad oggi sono andati avanti con un’indennità pari a circa 125 mila euro all’anno.
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