Ars/ Di scena la crisi finanziaria sempre più grave e la censura per Nelli Scilabra

CONTRARIAMENTE A QUELLO CHE PENSANO ALTRI OSSERVATORI, NOI NON PENSIAMO CHE I RISULTATI DELLE MINI ELEZIONI DI SIRACUSA CAMBIERANNO LO SCENARIO POLITICO SICILIANO. LE CATEGORIE SOCIALI RIMASTE SENZA SOLDI – CHE AUMENTANO DI GIORNO IN GIORNO – RESTERANNO AL VERDE. NE’ CI SEMBRA POSSIBILE CHE L’ASSESSORE ALLA FORMAZIONE POSSA EVITARE IL VOTO DI SALA D’ERCOLE NEI SUOI CONFRONTI. LICENZIAMENTI IN VISTA PER L’AST?

Come facciamo ogni lunedì mattina, proviamo a descrivere che cosa succederà nella politica siciliana da oggi a domenica prossima. Dovrebbe essere una settimana ‘calda’, contrassegnata da polemiche crescenti.

Il primo dato che salta subito agli occhi è la crisi finanziaria della Regione siciliana, che si complica man mano che i giorni passano. 

Ormai le categorie sociali lasciate senza soldi non si contano più. Se fino a qualche mese fa i problemi riguardavano gli oltre 8 mila lavoratori della Formazione professionale (che oggi a Palermo dovrebbero scendere di nuovo in piazza), le Province e i Comuni, oggi lo scenario è di gran lunga più drammatico.

Questa settimana dovrebbero scendere in piazza gli operai della Forestale ai quali l’Amministrazione regionale non è in grado di assicurare il completamento delle giornate lavorative di quest’anno. Per questi lavoratori è un dramma, perché significa che potrebbero perdere le poche ma essenziali agevolazioni che gli consentono di tirare a campare. In questo settore all’appello mancano circa 30 milioni di euro.

Finora i sindacati sono riusciti a imbrigliare questi lavoratori. Ma ci sembra difficile che le varie sigle sindacali riusciranno a continuare a prendere per i fondelli questi lavoratori in nome e per conto del Governo di Rosario Crocetta. E’ più probabile che gli operai della forestale scendano in piazza.

Stanno esplodendo le contraddizioni anche nel settore dei rifiuti. Il problema non sta tanto nel passaggio dalla gestione commissariale degli Ato rifiuti alla nuova gestione, quanto nel personale che, dai primi anni del 2000 ad oggi, ha raggiunto quota 13-14 dipendenti. Gente che, ovviamente, non ha alcuna intenzione di lavorare gratis. Non escludiamo che anche questi lavoratori scendano in piazza.

A questi si aggiungono i soggetti che già da tempo sono senza risorse finanziarie: le Province regionali (che ormai, per pagare i dipendenti, tagliano i servizi essenziali), gli enti regionali che operano in agricoltura (Esa, Consorzi di bonifica, Istituto Zootecnico e via continuando, per i quali mancano all’appello circa 20 milioni di euro).

A questo scenario regionale si sommano i tanti casi sparsi qua e là nei Comuni e tra le pieghe della stessa Amministrazione regionale. A Palermo, ad esempio, non è facile capire come finirà la questione della Gesip, la società comunale presso la quale lavorano circa mille e 800 addetti. Dubitiamo che anche questi lavoratori accettino di lasciarsi ‘martirizzare’.

Abbiamo parlato delle ex Province regionali, oggi commissariate e senza soldi. Ma non ci siamo dimenticati delle società che fanno capo alle stesse ex Province. Altro personale che aspetta risposte.

A completare il quadro – ma questa è un’indiscrezione – ci giunge notizia che qualche nube si starebbe addensando sul futuro dell’Ast, l’Azienda siciliana trasporti. Sembra che potrebbe essere arrivata l’ora x: ovvero l’avvio delle procedure di privatizzazione di questa società regionale promessa in ‘dote’ a qualche ‘industriale’. Passaggio, questo, che comporterà una pesante cura ‘dimagrante’ per il personale.

Questo, grosso modo, lo scenario sociale. A cui si affianca quello politico. Il dato più importante ci sembra la ripresa dei lavori dell’Ars. Con all’ordine del giorno le due mozioni di censura – con duplice richiesta di dimissioni – a carico dell’assessore regionale alla Formazione, Nelli Scilabra.

Il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, per ‘levare lite’, ha sostanzialmente bloccato i lavori parlamentari di Sala d’Ercole per consentire la celebrazione delle elezioni nelle nove sezioni della provincia di Siracusa (un’irrituale ripetizione delle elezioni regionali del 2012 stabilita dal Consiglio di giustizia amministrativa in seguito alla ‘scomparsa’ – non meno ‘irrituale’ – delle schede votate).

Alcuni osservatori annettono grande importanza a questo passaggio elettorale. A noi tali elezioni non sembrano particolarmente essenziali. Per quello che abbiamo capito, c’è stato un tentativo del Megafono – che secondo noi non riuscirà – di scippare un parlamentare al PD.

Oggi dovremmo avere il risultato dello spoglio. Ma anticipiamo che, a nostro giudizio, Bruno Marziano – questo il deputato del PD al quale il Megafono vorrebbe ‘soffiare’ il posto – manterrà lo scranno a Sala d’Ercole.

In ogni caso, la sostituzione di uno o due parlamentari dell’Ars non farà venire meno i problemi politici, economici, finanziari e sociali della Sicilia. Né potrebbero cambiare scenari di crisi ormai consolidati.

La censura – e la contestuale richiesta di dimissioni – a carico dell’assessore Scilabra non dovrebbe essere messa in discussione. Forse il senatore Giuseppe Lumia, uomo forte dell’attuale Governo regionale, potrebbe riuscire a imporre al presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, il rinvio di una settimana del dibattito sulla mozione (anche se la cosa ci sembra improbabile). Ma il dibattito e il voto sulla mozione di censura ci sarà. Ormai è solo questione di giorni o, al massimo, di una settimana.

Oggi va segnalata la ‘seconda puntata’ dell’incontro tra il Governo e i protagonisti del mondo della Formazione professionale siciliana (che, come abbiamo già ricordato, saranno di nuovo in piazza).

Appuntamento importante, perché è già contrassegnato da una divergenza di opinioni tra il governatore dell’Isola, Crocetta, che ha aperto all’ipotesi dei “Consorzi tra gli enti” e l’assessore Scilabra che, di fatto, ha smentito – cosa un po’ incredibile! – il presidente della Regione.

Oggi la parola passerà a Crocetta che, fino ad ora, non ha replicato all’assessore che, in modo molto irrituale, ha ‘interpretato’ il suo pensiero. Se Crocetta ribadirà di essere d’accordo per i “Consorzi tra gli enti formativi”, come ha detto la scorsa settimana, Nelli Scilabra potrebbe anche evitare di farsi censurare da Sala d’Ercole dimettendosi direttamente. Questo perché un assessore regionale che ha smentito il presidente della Regione e che viene contro-smentito non dovrebbe restare un solo minuto in più in un Governo regionale.

Certo, i personaggi di questo Governo regionale sono quelli che sono e c’è da aspettarsi di tutto. Ma se Crocetta dovesse rimangiarsi quello che ha detto la scorsa settimana, beh, non ci farebbe una grande figura. Anzi.

Redazione

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