Il Partito democratico torna a sedere in commissione regionale Antimafia. I dem hanno scelto Franco De Domenico per occupare il posto che per buona parte della legislatura è stato di Giuseppe Lupo, sospesosi dall’organismo parlamentare guidato da Claudio Fava dopo il coinvolgimento, l’anno scorso, nell’indagine per corruzione – nata da un filone del caso Saguto – che ha interessato anche l’amministratore giudiziario Walter Virga.
«Oggi inizia un nuovo impegno. Ci sarà da lavorare tanto, specie nel settore della sanità – si legge in una nota di De Domenico – Ringrazio tutti i componenti per la calorosa accoglienza. Mi auguro di poter dare un utile contributo alla nostra terra in questo delicato incarico, mettendo a disposizione le mie competenze». De Domenico, 58 anni, è stato eletto nel 2017 nel collegio di Messina. La sua elezione, tuttavia, è stata inficiata a metà novembre da una sentenza del tribunale civile di Palermo che ne è ha decretato l’ineleggibilità, per via dell’incarico di direttore generale dell’Università di Messina che deteneva al momento dell’accettazione della candidatura. Il pronunciamento, però, è stato congelato dal ricorso che De Domenico ha presentato e che tutt’ora è pendente. Spettatore interessato l’ex deputato regionale e attuale sindaco di Brolo Pippo Laccoto, transitato dal Pd a Italia Viva.
Intanto per De Domenico il debutto in Antimafia potrebbe avvenire con l’avvio delle audizioni che a giugno la commissione dovrebbe avviare per ricostruire quanto accaduto negli ultimi anni nel settore sanitario. Un mondo che ha fatto gola a molti, come emerso dalla recente inchiesta che ha portato all’aresto, tra gli altri, del direttore dell’Asp di Trapani Fabio Damiani e dell’ex manager dell’Asp 6 di Palermo Antonino Candela.
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