GIA’ E’ DISCUTIBILE CHE UNA RIFORMA DI SETTORE VENGA “INFILATA A SACCO D’OSSA” NELLA LEGGE FINANZIARIA. MA SONO ANCORA PIU’ DISCUTIBILI LE PENALIZZAZIONI CHE ATTENDONO I PRODUTTORI AGRICOLI. LA ‘SCOPERTA’ DI CIRCA MILLE E 400 PRECARI ASSUNTI DAL 2008 AD OGGI. I SOLDI CHE NON BASTERANNO PER PAGARLI TUTTI
Mai come in queste ore la politica siciliana è stata ed è lo specchio della Sicilia di oggi: confusa, incerta, incasinata, sempre più povera. Con l’arrivo di nuove tasse: vittime designate, in questo passaggio, gli agricoltori siciliani che ancora resistono.
Prendete la presunta ‘Riforma’ dei Consorzi di bonifica approvata ieri sera da Sala d’Ercole. Intanto è singolare che una riforma venga infilata “a sacco d’ossa” in una legge Finanziaria. Volete sapere a cosa serve, alla fine, la riforma tanto millantata dal Governo di Rosario Crocetta, dal PD, dall’Udc (errore clamoroso del Movimento 5 Stelle che ha votato ‘sta casinata)? A massacrare con nuove tasse quei piccoli agricoltori dell’Isola che non sono ancora diventati Forconi. Vediamo di illustrare meglio il concetto.
Il Consorzi di bonifica, per come li conosciamo noi siciliani oggi, sono una delle tante follie della Sicilia truffaldina e del fallimento dell’Autonomia siciliana. Istituiti nella seconda metà degli anni ’30 del secolo passato, quando il regime fascista bonificava mezza Italia (provocando enormi danni all’ambiente: ma allora certe cognizioni ecologiche non si conoscevano)., avevano un senso, perché erano costituiti dagli stessi agricoltori. Nei Consorzi di bonifica aveva voce in capitolo chi aveva più terreni. Si parlava, ovviamente, di acqua per l’irrigazione.
Alla caduta del fascismo, per quasi un trentennio sono stati controllati non dalla Regione, ma dalla mafia. La Regione si approprierà in parte dei Consorzi di bonifica, grosso modo, negli anni di Piersanti Mattarella. Dagli anni ’80 fino ai nostri giorni i Consorzi di bonifica sono diventati ‘stipendifici’ della Regione.
Nel marasma degli anni 2000, con la crisi dell’agricoltura, piccole fasce di agricoltori siciliani sono riusciti a ritagliarsi piccoli spazi di sopravvivenza. Con la ‘Riforma’ varata ieri sera da Sala d’Ercole i Consorzi di bonifica passano da 11 a due: Sicilia occidentale e Sicilia orientale. E questo è un fatto positivo. Non c’è certezza di copertura finanziaria per i dipendenti che, sette-otto anni fa erano 600, forse 700. E che negli ultimi anni dovrebbero aver superato le 2 mila e 400 unità.
Sono i precari ‘nascosti’ tra le pieghe dell’Amministrazione regionale dei quali il nostro giornale parla spesso. Non ci sono, infatti, solo i circa 30 mila precari degli enti locali, ma altri 50-55 mila precari ‘agnuniati’ nelle varie branche degli uffici regionali, degli enti e delle società regionali. I mille e 400-mille e 500 precari dei Consorzi di bonifica sono tra questi.
A nostro avviso, per i quattro conti che ci siamo fatti, a luglio i dipendenti dei Consorzi di bonifica saranno senza retribuzione.
Ma il problema della ‘Riforma’ non riguarda i precari assunti dalla mala-politica siciliana dal 2008 in poi senza concorsi (più di mille unità, alla faccia della meritocrazia, e a spese degli ignari contribuenti siciliani!), per ‘meri’ motivi elettorali. Il problema sarà per quegli agricoltori siciliani, riusciti a salvarsi dal marasma degli ultimi cinque anni che, adesso – per l’acqua da irrigazione – verranno consegnati, mani e piedi, alla società esattoriale della Sicilia (dovrebbe essere Riscossioni Sicilia).
Insomma, la ‘Riforma’ di Crocetta e del PD regala le cartelle esattoriali a quegli agricoltori siciliani che si erano salvati dalla grande crisi. Nuovi pagamenti in vista anche per loro. Una grande ‘Riforma’, non c’è che dire…
Le reazioni. Normale che il capogruppo del PD, ‘Bracco’ Baldo Gucciardi, trovi giusta la riforma. E’ l’esponente di punta di uno schieramento politico ormai ‘tassaiuolo’, a Roma come a Palermo. Siamo un po’ stupiti che a plaudire a una riforma che avrebbe meritato un dibattito a parte – viste le implicazioni economiche e strutturali che comporta – ci sia anche l’onorevole Giovanni Panepinto che, da agrigentino, dovrebbe sapere, ad esempio, che questa legge sarà una mazzata per gli agricoltori della sua provincia ancora in piedi.
Anche un altro agrigentino parlamentare agrigentino si dice soddisfatto della ‘Riforma’ infilata nella Finanziaria: si tratta di Lillo Firetto, capogruppo dell’Udc: Lapprovazione degli articoli 13 e 14, riguardanti i consorzi di bonifica e previsti nella finanziaria regionale, rappresentano una riforma largamente attesa, che conferma garanzie occupazionali ed efficienta un sistema borbonico, che risultava ormai lontano dai veri bisogni delle aziende agricole.
“Efficienta” un sistema borbonico a colpi di cartelle esattoriali per gli agricoltori della sua provincia. Complimenti, onorevole Firetto…
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