Un ritorno pressoché simbolico, ma significativo dopo la sospensione dalla carica di deputato regionale e la condanna momentanea per corruzione. È quello che spetta a Francesco Cascio, l’ex presidente dell’Ars che a ottobre dello scorso anno venne accomodato alla porta di sala d’Ercole, dopo che il Tribunale di Palermo lo aveva riconosciuto colpevole per i fatti legati alle presunte regalie ottenute in cambio di agevolazioni per un finanziamento a un golf club. Accusa che però in secondo grado è caduta, con la Corte d’Appello che ha assolto il politico ex Alternativa popolare «perché il fatto non sussiste».
La decisione ha fatto venire meno le interdizioni previste dalla legge Severino, ridando a Cascio il proprio seggio all’Ars. Una restituzione, però, che durerà una manciata di giorni: il 54enne, infatti, non avendo potuto partecipare alle Regionali – la sentenza è arrivata il 29 novembre – non è tra i 70 deputati che il 15 dicembre daranno vita ufficialmente alla nuova legislatura. «Sapevo di essere innocente e che prima o poi la verità sarebbe venuta a galla – dichiara Cascio -. Ho atteso con fiducia, e nella riservatezza della mia vita privata, che la magistratura svolgesse il proprio lavoro. Non tornerò tra i banchi dell’Ars nella prossima legislatura, questa fase della mia vita per il momento si è chiusa e non voglio lasciare di nuovo il mio lavoro di medico. Ma il riconoscimento della mia innocenza – conclude l’ex presidente Ars – è un risultato che mi fa stare bene».
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