Le opposizioni hanno fatto valere il peso dei numeri e così il ddl sul terzo mandato dei sindaci dei Comuni con popolazione inferiore ai tremila abitanti è stato affossato. È accaduto stamani nella commissione Affari istituzionali. Il disegno di legge, presentato dal deputato di Forza Italia, Luigi Genovese, non ha trovato il via libera della maggioranza dei presenti. A votare contro sono state i quattro esponenti del Movimento 5 stelle – Giancarlo Cancelleri, Matteo Mangiacavallo, Gianina Ciancio ed Elena Pagana -, il dem Giuseppe Lupo, il deputato di Cento passi per la Sicilia, Claudio Fava, e l’ex assessore ai Rifiuti Vincenzo Figuccia (Udc), che dal momento in cui ha lasciato la giunta Musumeci non ha lesinato critiche alla coalizione che sostiene il presidente della Regione.
«Non mi ha mai convinto una norma che preveda il terzo mandato per i sindaci dei comuni sotto i tremila abitanti – dichiara Figuccia -. Credo che la materia vada regolamentata meglio e non con norme ad hoc in vista delle elezioni amministrative di primavera magari per garantire qualche piccolo feudo elettorale». Duro anche il commento di Lupo. «La bocciatura sancisce la sfaldatura della coalizione che sostiene il governo Musumeci anche in commissione affari istituzionali», commenta il deputato del Partito democratico. Per poi aggiungere: «È grave che la maggioranza abbia respinto la richiesta di sentire in commissione il parere dell’Anci in rappresentanza dei Comuni prima di procedere alla votazione testo».
Il Movimento 5 stelle mette invece in guardia dai pericoli che potrebbero nascondersi nell’estendere a 15 anni la possibilità di governare in maniera continuativa un piccolo centro. «Restiamo perplessi perché una proposta del genere potrebbe portare alla creazione di vere monarchie – spiega Cancelleri -. Nei piccoli Comuni si fa già fatica a favorire il ricambio della classe politica, perché le nuove generazioni partono. Così invece potremmo ritrovarci addirittura con periodi di quasi cinquant’anni in cui a governare potrebbero essere, alternandosi, padre e figlio. Non è questa la democrazia che vogliamo». L’appello poi ad affrontare altri problemi. «Restiamo disponibili ad ascoltare eventuali osservazioni dell’Anci, ma ribadiamo la necessità di affrontare i veri problemi dei siciliani, e tra questi non c’è di certo il terzo mandato dei sindaci».
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