IERI SERA A SALA D’ERCOLE DOPPIA CADUTA DI STILE: L’AUTO-SOSTEGNO DEL GOVERNATORE E IL PRESIDENTE DELL’ARS CHE, PIU’ CHE AL DI SOPRA DELLE PARTI, DIMOSTRA DI ESSERE PARTE DI UNA PARTE
Purtroppo, ieri – come abbiamo raccontato in altra parte del giornale – non abbiamo potuto seguire il dibattito sulla mozione di sfiducia al presidente della Regione, Rosario Crocetta, andato in scena a Sala d’Ercole. Ma abbiamo avuto la fortuna – ammesso che di fortuna possa trattarsi – per assistere alla votazione.
Ci sono state un paio di cose che non ci hanno convinto. In prima battuta siamo rimasti colpiti dall’assenza di ben tre deputati del centrodestra. La mozione di censura, lo ricordiamo, è stata firmata dai parlamentari del Movimento 5 Stelle – presenti in Aula – e dai Partiti di centrodestra. Complessivamente, 40 firme.
Ma in Aula, di parlamentari del centrodestra, ne mancavano 3: Giuseppe ‘Pino’ Federico, Cataldo Fiorenza ed Enzo Fontana.
Dicono che queste tre assenze erano ‘giustificate’. Anche noi ne siamo convinti: la loro presenza avrebbe potuto creare qualche problema nel caso la protesta degli scissionisti di Articolo 4 non fosse rientrata: numeri alla mano, con la presenza dei tre poi ‘scomparsi’ del centrodestra e l’assenza dei cinque scissionisti di Articolo 4, Crocetta avrebbe rischiato di andare giù.
Non sarebbe stato ‘sfiduciato’, perché di voti ce ne sarebbero voluti sempre almeno 46: ma avrebbe fatto una pessima figura. Non è ‘ardito’ pensare che, per ‘sicurezza’, i tre del centrodestra si sono resi uccel di bosco.
Volendo pensar male (ogni tanto un peccato ci vuole, sennò la vita è troppo noiosa), potrebbe essere stato un modo per dare una mano al Governo. Chissà…
Un po’ comico il finale dei 5 scissionisti (ma lo sono ancora?) di Articolo 4. Per un giorno hanno riempito giornali on line e cartacei di dichiarazioni ‘guerriere’, dicendo di non essere rappresentati dal Governo Crocetta.
Al momento del voto, ieri sera, sembravano 5 ‘agnellini’: tutti in fila per dire “no” alla mozione di sfiducia al presidente della Regione del quale, qualche ora prima, non si sentivano rappresentati. Insomma, una manifestazione di grande umanità (umanità e non Humanitas). Quando si dice la coerenza…
Il voto alla mozione di sfiducia al presidente è palese. I deputati vengono chiamati ad uno ad uno. Se approvano la mozione di sfiducia dicono “sì”, non non l’approvano dicono “no”.
Ebbene, confessiamo che ci ha fatto una certa impressione sentire la voce dell’onorevole Antonello Cracolici che diceva “no” alla mozione di sfiducia al presidente Crocetta.
Da un anno Cracolici, sui Governi e sul presidente della Regione, ne ha dette di cotte e di crude. E’ bastato un assessorato per fargli cambiare opinione? Non ci crediamo. Non ci possiamo credere. Perché a nostro avviso l’onorevole Cracolici è uomo di ‘tenace concetto politico’…
Ma la cosa che ci ha fatto sorridere amaramente è stata la doppia caduta di stile: ovvero i due “no” alla mozione di sfiducia del presidente Crocetta e il “no” alla mozione del presidente dell’Ars, onorevole Giovani Ardizzone.
Di Crocetta non siamo stupiti: un presidente della Regione che vota in favore di se stesso, cioè contro la mozione di sfiducia nei suoi riguardi, beh, fa il paio con il personaggio. E lo descrive per quello che è e che, ormai, quasi tutti i siciliani conoscono.
Ma quello che ci ha lasciati un po’ di stucco è stato il voto del presidente dell’Ars che, di solito, nelle votazioni si astiene. Invece il presidente Ardizzone ha votato “no” alla mozione.
A conti fatti, il Governo, in Aula, è arrivato a quota 44 con i voti dello stesso presidente della Regione e del presidente dell’Ars.
E questo è un Governo che dovrebbe governare la Sicilia per altri tre anni?
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