«Quando gli immigrati escono per andare a lavorare nei campi e quando rientrano controlliamo sempre se hanno con loro il pass elettronico. Un modo per vedere chi ritorna, o chi se ne va» spiega Pasqualina Moscuzza, commissario del comitato provinciale di Siracusa della Croce Rossa. E’ quello che accade nella tendopoli, allestita all’ingresso di Cassibile per ospitare i braccianti stranieri provenienti da tutta Italia, nonostante l’opposizione di cittadini e politici. In seguito all’accordo tra il prefetto di Siracusa, Carmela Floreno Vacirca, e il ministero degli Interni, i lavori di allestimento, coordinati dall’ingegnere Franco La Monica, delegato provinciale della Protezione Civile per la Croce Rossa, si sono conclusi.
Dal primo aprile al suo interno sono ospitati 113 braccianti stranieri, provenienti per la maggior parte dal Sudan, dal Marocco, dall’Eritrea. «Sono tutti stranieri regolari, cioè in possesso del permesso di soggiorno. Secondo disposizioni dateci dal ministero possiamo accogliere solo loro» spiega l’ingegnere. Gli ospiti non sono stanziali o residenti nella provincia siracusana: «E’ quello che si evince dai documenti, rilasciati da diverse prefetture d’Italia» spiega il commissario, sfatando dunque un pensiero comune diffusosi tra i cassibilesi secondo cui sarebbero stati accolti anche quelli residenti nel paese, i quali «avrebbero approfittato dell’ospitalità» pur senza averne necessariamente bisogno. Pochi gli irregolari che hanno chiesto rifugio: «Probabilmente tra di loro si sarà sparsa la voce. E quindi per paura non si sono presentati. Se lo facessero, un pasto caldo qui lo troverebbero comunque», afferma Moscuzza.
Ma quante tende e quali servizi sono stati messi a disposizione degli extracomunitari? E soprattutto, com’è una tendopoli? Step1 ha fatto un giro all’interno e ha intervistato i due responsabili. Per rispettare la volontà e la legittima privacy degli immigrati abbiamo preferito non intervistarli né curiosare dentro agli alloggi.
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