«E’ in partenza dal binario 18 il treno L’arte dei sensi», annuncia una voce invisibile come se ci si trovasse in una qualsiasi stazione ferroviaria. Si tratta di un treno virtuale, che partirà dal complesso le Ciminiere di Catania per condurre i suoi passeggeri-spettatori in un mondo sospeso tra sogno e realtà, in cui le differenze non esistono e si annientano nell’uguaglianza di tutti gli esseri umani.
Diretto dal regista e attore Christiano Laiontini e prodotto dall’associazione Bounce Management, “L’arte dei sensi” è un musical polidimensionale, realizzato grazie alla partecipazione di numerosi performer, rappresentativi delle più svariate forme d’arte: dal tango alla danza del ventre, dalla break dance al flamenco, dal canto al mimo. Ma la peculiarità dello spettacolo ha superato i confini dell’arte con la partecipazione di alcuni artisti con handicap, tra cui la cantante cieca Angela Dispinzieri. Toccante, poi, il momento in cui l’attrice Romina Adorno e un gruppo di ragazze sordomute “hanno intonato” una danza musicata dall’ uso di mani e piedi, annullando in gesti semplici ogni diversità.
Le parti parlate dello spettacolo sono stati tradotti simultaneamente in LIS – la lingua dei segni italiana – mediante la video proiezione su schermo delle traduttrici Antonella Biondi e Francesca Bella.
Patrocinato dalla Provincia Regionale di Catania e dall’Ente Nazionale Sordi, “L’arte dei sensi” ha recuperato anche il significato del treno, non più mezzo di trasporto al Sud eternamente in ritardo o – al contrario – mostro di ferro prodotto dalla modernità, bensì metafora del sogno e del viaggio, dell’andare verso mete sconosciute o – per dirla alla Baudelaire – verso quel «paese che più ti somiglia».
«Il viaggio è sogno, realtà, solitudine e anche addii», ha esordito Lucio Di Mauro, capotreno e conduttore della serata, che ha ricordato al pubblico quanto la vita stessa assomigli ad un viaggio, a volte affrontato in compagnia ma per lunghi tratti in completa solitudine.
Circa una decina le fermate metaforiche di questo treno speciale, ognuna delle quali ha preso nome dall’artista che si è esibito di volta in volta. Tante tappe per uno spettacolo forse eccessivamente lungo e che ha puntato su una scenografia e su dialoghi piuttosto essenziali, probabilmente per non perdere mai di vista il suo messaggio: che nell’incontro tra tanti e tra diversi il singolo non ha quasi ragione di esistere e si manifesta nell’essere altro da sé. Ma soprattutto, per non smarrire il proprio obiettivo: destinare l’intero ricavato della serata all’Ente Nazionale Sordi.
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