La metafora di Davide contro Golia non funziona più. Il Palermo, impegnato domani contro l’Inter al Barbera nell’anticipo serale della nona giornata, ha tutte le carte in regola per fermare la corazzata nerazzurra. La differenza di valori, sia chiaro, c’è ed è evidente. Per fatturato del club e spessore del parco giocatori la compagine di Mancini è di un livello certamente superiore ai rosanero, ma nel calcio non esistono squadre imbattibili e, soprattutto nel campionato italiano, una formazione che parte sfavorita può ribaltare contro chiunque i pronostici della vigilia. E il Palermo non fa eccezione. Anche se dovranno disputare una partita perfetta sperando magari in una giornata storta degli avversari, gli uomini di Iachini hanno gli strumenti per affrontare la gara senza timori reverenziali e dare del filo da torcere ad una big del campionato nonché una delle candidate alla conquista dello scudetto.
Fattori tecnici e psicologici alimentano la fiducia dei padroni di casa. I primi fanno riferimento al coefficiente di pericolosità di alcuni giocatori come Vazquez (galvanizzato dal primo gol stagionale segnato a Bologna) e Gilardino (attaccante sempre temibile e in crescita sul piano atletico) in grado di lasciare il segno; i secondi sono determinati, invece, dall’importanza del successo ottenuto domenica al Dall’Ara. Una vittoria che ha invertito il trend negativo dopo quattro sconfitte consecutive e che ha permesso ai rosa, tornati in sede dopo il mini-ritiro in Friuli, di allenarsi in settimana con serenità. Il blitz vincente in terra emiliana ha dato la carica alla compagine di Iachini e ha prodotto dei benefici in termini di autostima. Il Palermo vorrà dare continuità ai propri risultati e regalare una bella soddisfazione ai tifosi confidando, contestualmente, negli effetti positivi del fattore campo. Aspetto da non sottovalutare quando una squadra deve colmare il gap tecnico rispetto ad un avversario più forte.
I rosanero, tuttavia, sanno che per uscire indenni dal confronto con i nerazzurri dovranno correggere le lacune emerse nella sfida di domenica nonostante la vittoria. Contro le big hai un margine di errore minimo e anche una piccola sbavatura può essere pagata a caro prezzo. L’Inter non è il Bologna e oltretutto la formazione guidata da Mancini, seconda a quota 17 punti ma a secco di vittorie nelle ultime tre giornate di campionato, è più competitiva rispetto a quella della scorsa stagione. In virtù un mercato estivo roboante, la società di Thohir ha consegnato al tecnico un gruppo strutturato e completo in ogni reparto. «L’Inter è una squadra molto forte, composta da giocatori di grande qualità in tutte le zone del campo – ha sottolineato Iachini – Mancini ha avuto modo di plasmare un gruppo a sua immagine e volontà. Noi dovremo disputare una partita perfetta e prestare attenzione al minimo dettaglio. Dovremo essere concentrati in fase difensiva ma non rinunceremo ad attaccare quando saremo in fase di possesso palla. Abbiamo le nostre caratteristiche e, pur consapevoli della forza dell’avversario, proveremo a sviluppare un calcio propositivo».
Sono 25 i convocati. Il tecnico rosanero confermerà il collaudato 3-5-1-1 e con ogni probabilità darà continuità alla formazione proposta a Bologna. L’unica eventuale novità potrebbe essere l’inserimento di Jajalo al posto di Rigoni come mezzala destra per affiancare a Maresca un giocatore prevalentemente muscolare al cospetto di un’Inter che fa proprio della fisicità in mezzo al campo uno dei principali punti di forza.
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