Arpa, concorso annullato dopo la prova preselettiva Direttore: «Scelta migliore per evitare contenziosi»

Diciotto mesi d’attesa e adesso il decreto di annullamento in autotutela della prova preselettiva che si è svolta a inizio dicembre. Al centro di questa vicenda c’è il bando, indetto dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, per l’assunzione a tempo indeterminato di 57 persone. Posti ambiti tant’è che alla prova si sono presentati circa 15mila candidati, tra cui circa venti interni. A disporre lo stop è stato il direttore Vincenzo Infantino. «Deve ritenersi prevalente l’interesse dell’Arpa di reclutare al più presto il personale ed evitare contenziosi che potrebbero derivare dalla mancata applicazione dell’esonero dei candidati interni alla prova preselettiva», si legge nelle motivazioni. Il riferimento è alle osservazioni che avevano fatto i sindacati, chiedendo la possibilità di esonerare gli interni dalla preselezione.

«Non abbiamo mai chiesto l’annullamento – spiega il segretario provinciale Fials Enzo Munafò al nostro giornale – Coinvolti nel test sono stati circa venti interni, tutto si poteva risolvere facendoli accedere alle fasi successive e continuando a esaminare la prova degli altri candidati». L’annullamento della preselezione tuttavia è stato reputato dai vertici Arpa il miglior mezzo per evitare eventuali ricorsi da chi già lavora all’agenzia. «Verrà indetta una nuova prova singola – spiega Infantino a MeridioNews – soddisfacendo così le esigenze di celerità ed evitando contenziosi». Una riformulazione a cui Arpa penserà dopo le vacanze di Natale. «Non possiamo metterci a risolvere il problema sotto le feste, ma i primi di gennaio convocherò una commissione – assicura Infantino -, affronteremo le criticità e in tempi brevi pubblicheremo il nuovo bando».

Al di là delle ipotesi, passati sei giorni dall’annullamento, il risultato è che l’Agenzia potrebbe esporsi a una sfilza di ricorsi, ma anche da parte di chi dipendente non era. I sindacati sono sul piede di guerra e annunciano una class action. «Abbiamo appuntamento dall’avvocato», avverte Munafò. I candidati esterni, tramite i social e sulla scia di quanto annunciato dalle sigle sindacali, si barcamenano tra ipotesi di esposti in procura e ricorsi al giudice amministrativo. Con le adesioni che si moltiplicano. Dal canto suo il direttore si è rifiutato di aprire il plico con i risultati del test preselettivo. Una scelta che, per Infantino, testimonia la buona fede dell’agenzia.

L’epilogo in questa vicenda non sembra che possa arrivare a breve. «Così facendo si rischia di attendere mesi, tra pubblicazione del nuovo bando ed eventuali ricorsi, con la conseguenza che le domande di partecipazione potrebbero anche aumentare allungando ulteriormente le procedure concorsuali», ipotizza Munafò. «Il mio obiettivo è quello di potere coprire questi 57 posti il prima possibile», assicura Infantino.

Gabriele Patti

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