Cronaca

Arcidiacono e le raccomandazioni per moglie e figlia: «Così guadagna qualcosa». Il caso del concorso truccato all’Ordine dei medici

Un incarico alla figlia ancora studentessa universitaria, per un importo di 12mila euro. E uno alla moglie per 20mila euro. In entrambi i casi, a tessere la tela delle raccomandazioni sarebbe stato Pippo Arcidiacono, cardiologo all’ospedale Garibaldi di Catania, ex assessore alla Mobilità di Palazzo degli elefanti ma anche auto candidato a sindaco etneo in quota Fratelli d’Italia. Arcidiacono da ieri si trova agli arresti domiciliari come misura cautelare di un’inchiesta su corruzione e sanità condotta dalla procura etnea. Tra gli indagati, diversi camici bianchi ma anche volti noti della politica regionale tra cui gli ex assessori Ruggero Razza e Antonio Scavone. A emergere, secondo gli inquirenti, è una scacchiera di nominativi da collocare all’interno dei vari progetti ospedalieri finanziati con soldi regionali, gli stessi in cui, in alcuni casi, Arcidiacono avrebbe rivestito il ruolo di responsabile scientifico.

«Ma tua figlia come amministrativa?», chiedeva ad Arcidiacono un collega: Nunzio Ezio Campagna, vice presidente dell’ordine dei medici di Catania. «Lei è iscritta a Medicina e spero faccia il medico un giorno – spiegava il politico – quindi è tanto per fargli guadagnare qualche cosa». Alla fine il 16 febbraio 2021 la ragazza firma il contratto e ottiene l’incarico desiderato dal padre. Qualche mese dopo tocca alla moglie di Arcidiacono. Per lei, secondo gli inquirenti, sarebbe stato ritagliato un profilo su misura nell’ambito del progetto denominato Cardio. Per la giudice Simona Ragazzi, il politico di Fratelli d’Italia avrebbe «asservito il proprio ruolo agli interessi del privato», favorendo determinati profili e i loro sponsor politici.

Alcuni dei capi d’imputazione vedono infatti Arcidiacono indagato nel ruolo di responsabile scientifico dei progetti presentati dall’azienda Garibaldi. Uno di questi venne assegnato al figlio del medico Sebastiano Felice Ferlito, finito ai domiciliari e responsabile scientifico dell’ordine dei medici di Catania. Un altro progetto cerchiato in rosso è quello andato alla compagna dell’ex assessore regionale Scavone: valore 15mila euro. C’è poi quello conferito al funzionario di Unict ed ex commissario dell’ordine dei medici etneo Gesualdo Missale – 30mila euro il valore – e quello andato alla compagna di quest’ultimo. Tra le ipotesi accusatorie anche un progetto assegnato alla moglie di un cardiochirurgo dell’ospedale Garibaldi, in servizio nella stessa unità operativa diretta da Arcidiacono. Un quadro generale di «gravissime ed eclatanti manipolazioni» che sarebbero emerse anche nel concorso per direttore amministrativo dell’ordine dei medici di Catania vinto da Missale.

Decisivo, secondo gli inquirenti, sarebbe stato il ruolo di Ezio Campagna, «il quale attivava tutte le sue conoscenze – si legge nell’ordinanza – per fare in modo che quell’incarico fosse assegnato al suo fedele collaboratore Missale». Incarico ben retribuito, che però prevedeva un concorso per titoli ed esami e il rischio di candidature migliori. Questioni superabili, discutono Missale e Campagna, con una commissione composta da persone amiche. A bando pubblicato, Missale veniva portato a conoscenza dei nominativi di coloro che avevano presentato domanda: «Dobbiamo essere di squadra, è arrivato un curriculum grosso, io penso che qualcuno della Regione gli ha detto di partecipare», diceva ai propri interlocutori Filippo Di Piazza, segretario dell’ordine dei medici di Catania.

Per dirimere la situazione viene anche organizzato un incontro in cui partecipano, tra gli altri, gli sponsor politici Arcidiacono e Scavone. In questo contesto sarebbe emersa l’opportunità di coinvolgere l’ordine dei medici di Palermo per la scelta dei componenti della commissione. Missale, stando alla ricostruzione degli inquirenti, sarebbe stato favorito in ogni modo, tanto da ottenere in anticipo gli argomenti della prova scritta del concorso. Gli accordi però sarebbero stati diversi: «Mi deve dare le tracce», replicava Campagna, che il giorno prima della prova avrebbe pure incontrato alcuni componenti della commissione all’interno di un albergo del capoluogo etneo. Alla fine, su 20 concorrenti alla prova si presentano solo in quattro. All’orale arrivano in due e a vincere è proprio Missale. «Gli ho fatto il favore della vita ad Aldo».

Dario De Luca

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