Arbitro Fabbri, Zamparini rincara la dose «Abita a Ravenna, è stato condizionato»

Maurizio Zamparini non ha smaltito la rabbia nei confronti dell’arbitro Fabbri. Dopo avere definito «scandalosa» la direzione del fischietto designato per la gara contro la Sampdoria attraverso un comunicato diffuso sul sito ufficiale del club rosanero al termine del match di Genova, il presidente del Palermo oggi ha rincarato la dose. Il dito è ancora puntato verso il direttore di gara, ritenuto dal patron friulano il principale responsabile della sconfitta rimediata dalla squadra a Marassi: «È stato indecente, mi sono capitati pochi arbitri come Fabbri. Se non avesse fatto quelle porcherie – ha dichiarato ai microfoni di Premium Sport saremmo andati sull’1-0 e con un uomo in più dato che Cassani commette fallo da ultimo uomo (il riferimento è al fallo da rigore ai danni di Gilardino sul quale l’arbitro ha sorvolato nel primo tempo, ndr). Quando succedono queste cose gli stessi ragazzi non ci credono più e mollano non sentendosi tutelati». 

Zamparini pungola anche il designatore: «Abbiamo appreso che l’arbitro Fabbri risiede a Ravenna a poche centinaia di metri dal nostro allenatore Ballardini – si legge in un nuovo comunicato firmato dal presidente sul sito ufficiale rosanero – ritengo il suo arbitraggio condizionato in maniera determinante da ciò: per dimostrare di non essere influenzato da questa vicinanza, Fabbri ha inconsciamente massacrato i diritti del Palermo. È necessario – aggiunge Zamparini – che in futuro il designatore si faccia segnalare prima tali coincidenze onde evitare arbitraggi spiacevoli e ingiusti (vedere stesso caso di Candussio in Carpi-Palermo della stagione 2013-14)».

Diversi gli spunti forniti oggi dal numero uno del club di viale del Fante. Zamparini, che questa mattina è stato premiato come «Personalità dell’anno del mondo dello sport» nell’ambito della Festa del Mister promossa dalla sezione provinciale di Udine dell’Associazione italiana allenatori di calcio. Ai microfoni di Mediaset ha delineato scenari importanti in ottica futura: «Credo sarà il mio ultimo anno da presidente, poi mi occuperò di creare aziende e posti di lavoro per questo disgraziato Paese. Rimarrò comunque il proprietario». L’attualità, in ogni caso, coincide con la quotidianità legata al Palermo e a una sessione di mercato ormai alle porte: «Ballardini ha la mia fiducia – ha assicurato in occasione della cerimonia odierna in Friuli – a gennaio arriveranno i rinforzi necessari, dobbiamo migliorare la difesa e il reparto offensivo. Rigoni? È un giocatore del Palermo – ha aggiunto in merito al centrocampista escluso dal progetto tecnico – non va via per andare a rinforzare una concorrente, mentre se me lo chiedono all’estero se ne può parlare».

La finestra invernale di mercato può essere un crocevia determinante nella stagione dei rosanero che, come ha ribadito la sconfitta contro la Sampdoria, non potranno abbassare il livello di guardia dovendo fare i conti con una situazione di classifica delicata. «Abbiamo 18 punti (quattro le lunghezze di vantaggio sul terzultimo posto occupato dal Frosinone, ndr) a due partite dalla fine del girone di andata – osserva Goldaniga al sito palermocalcio.itnon è un bottino eccezionale ma nemmeno terribile. Vogliamo migliorare ulteriormente la nostra classifica ripartendo con il piede giusto, a cominciare dalla partita contro la Fiorentina (in programma al Barbera il prossimo 6 gennaio, ndr). Lotteremo con le unghie e con i denti per centrare il nostro obiettivo stagionale». 

Volge al termine un 2015 che, a titolo personale, è stato ricco di soddisfazioni per il difensore milanese classe ’93: «È stato sicuramente un anno molto positivo e molto importante. A Perugia ho avuto modo di giocare con continuità disputando inoltre sfide importanti. Incontri come le semifinali playoff, nei quali ti giochi una stagione in due partite, ti fanno crescere». E servono, a volte, da trampolino di lancio come nel caso di Goldaniga, tornato in estate al Palermo nell’ambito della risoluzione della comproprietà con la Juventus: «Inizialmente non ho avuto molto spazio ma ho lavorato sodo nelle retrovie cercando di imparare dai compagni più esperti e di migliorare allenamento dopo allenamento. Quando sono stato chiamato in causa credo di essermi fatto trovare pronto».

Antonio La Rosa

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