Aranzulla, il genio pasticciere cancellato da Wikipedia «Inizio di tutto? A dodici anni a Mirabella Imbaccari»

Anche se per Wikipedia Italia non esiste più, a parlare per Salvatore Aranzulla sono i suoi numeri. Le 430mila visite al giorno, gli oltre 6500 articoli pubblicati, il milione e mezzo di euro di fatturato, le migliaia di commenti di solidarietà che gli arrivano da quando la pagina enciclopedica che descriveva il suo lavoro è stata cancellata. «Sono un po’ scosso», commenta lui, classe 1990, nato e cresciuto a Mirabella Imbaccari, un Comune di cinquemila anime a 75 chilometri da Catania. «Tutto questo clamore non me lo aspettavo», continua. E nel frattempo legge i commenti gli arrivano sulla fanpage su Facebook. Oppure nella discussione su Reddit che lo riguarda e che conta oltre un centinaio di contributi. «In pratica sono le persone che mi seguono che stanno dimostrando quello che Wikipedia nega – spiega – Cioè che esisto e ho un seguito». E per la verità ha cominciato ad averlo a dieci anni, quando ha implorato i genitori di comprargli il suo primo computer e i compagni di scuola hanno subito iniziato a chiedergli come si usasse. «Avevo 12 anni quando ho messo online il mio primo servizio di newsletter», ricorda.

L’affaire Wikipedia, in realtà, è esploso ieri ma è vecchio di anni. La pagina Wiki dedicata ad Aranzulla – il blogger più famoso d’Italia, almeno tra quelli che si occupano di tecnologia – è sparita periodicamente per anni. Bloccata e rimessa online di continuo, sempre in virtù «dell’interpretazione dei criteri di enciclopedicità stabiliti da Wikipedia». Vale a dire: quali elementi oggettivi stabiliscono che un uomo possa meritare una sua pagina su un’enciclopedia collettiva? Quelli legati all’informatico del Catanese sono cambiati periodicamente. «La mia pagina era bloccata da un po’ – racconta Aranzulla – Finché due settimane fa mia mamma mi ha chiamato per dirmi che mi ha trovato su Wikipedia. Mi sono stupito e ho messo il link sulla mia fanpage. Da lì è ricominciata la polemica, anche perché ho oltre 340mila seguaci». Un numero impressionante per un 26enne qualunque. Ma non per lui: il suo blog è il 13esimo sito con la maggiore visibilità su Google, collabora con il Messaggero, ha pubblicato libri con Mondadori e il suo primo lavoro importante è stato scrivere di tecnologia per il portale Virgilio.

«Ma non sono su Wikipedia perché non sto simpatico a qualcuno e il sistema non è così trasparente come sembra – sostiene il blogger – È in balia di poche persone che decidono quali pagine tenere e quali cancellare in virtù dei propri gusti personali. E di canoni di enciclopedicità che sono stati fissati nel 2003, alla nascita di Wikipedia, e che non si sono aggiornati, almeno in Italia». Perché nel resto del mondo è pieno di pagine che descrivono il lavoro delle personalità note più sul web che per la strada. «Ma anche qui, eh – precisa Aranzulla – Paolo Attivissimo, che io stimo, ha la sua pagina di divulgatore informatico. Perché io no?». Lui, del resto, è l’uomo che risolve i problemi di tutti. Soprattutto quelli che ci si vergogna di confessare. «Abbiamo in archivio anche un articolo su come spegnere il computer», ride. «La gente lo chiede e noi proviamo a dare una risposta sempre con lo stesso impegno». Il plurale è d’obbligo. Perché Salvatore Aranzulla è il marchio, ma dietro al blog c’è una squadra di persone: il commerciale che si occupa degli spazi pubblicitari, il programmatore che gestisce l’aspetto tecnico e due redattori che lo aiutano a scrivere.

«Io guadagno quanto i miei collaboratori, siamo circa sui 50mila euro l’anno. I bilanci della società sono pubblici, i nostri ricavi restano in azienda». Parla dal monolocale in cui vive in affitto a Milano, la città dove si è trasferito sette anni fa: si è laureato in Economia alla Bocconi, ma ha fatto una pausa fuori programma. «Un corso di pasticceria – racconta – Dopo il mio lavoro, è la la mia più grande passione». Ed è arrivato fino all’ammissione alla scuola guidata dallo chef Gualtiero Marchesi. «Il mio sogno è aprire un negozio di pasticceria – confessa – Ma per l’idea che ho non è facile, non siamo ancora pronti». Per questo il desiderio se lo tiene nel cassetto ancora per un po’. «Dedico al mio sito tra le dieci e le dodici ore di lavoro al giorno, non posso fare anche altro – afferma Salvo Aranzulla – Curo ogni dettaglio, controllo tutti i testi e la parte tecnica. Quel livello di qualità e di aggiornamento non è semplice da ottenere e comporta dei sacrifici». E anche se le rinunce sono cominciate presto, lui non ha dubbi: «È la mia passione. C’è sempre un momento della mia giornata in cui io penso che voglio farlo». E qualunque infedele abbia cercato su Google almeno una volta nella vita Come cancellare la cronologia gliene è grato. 

Luisa Santangelo

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