All’alba dei suoi 28 anni pensa, sorridendo, già alla pensione. «La passerei sempre in giro per il mondo, mi piacerebbe tantissimo poter vivere a Tokio perché adoro il Giappone». Lui è Salvatore Aranzulla, il divulgatore di consigli sull’informatica e la tecnologia più noto del web, uno dei 4.832 residenti a Mirabella Imbaccari, in provincia di Catania. Il paese che gli ha dato i natali è risultato essere al primo posto per la provincia di Catania – e al nono per tutta la Sicilia – per incidenza di iscritti all’anagrafe degli italiani residenti all’estero. Secondo i dati analizzati nel Rapporto italiani nel mondo 2017 realizzato da una commissione scientifica della fondazione Migrantes, la popolazione Aire di Mirabella Imbaccari è di 6.208 persone, contro i 4.832 di popolazione residente con una percentuale di incidenza Aire del 128,5.
«Molti, come me, fra l’altro qui hanno solo la residenza ma di fatto vivono altrove», spiega a
MeridioNews Salvatore che di mirabellese non ha più nemmeno l’accento. «Ci torno solo due o tre volte l’anno per le feste comandate: Natale, Pasqua e durante la pausa della stagione estiva ma solo perché la mia famiglia è rimasta a vivere qui». Lui si è trasferito a Milano a 18 anni per studiare Economia aziendale e management all’Università Bocconi. «Superati i test non ci ho pensato nemmeno un minuto e, da quel momento in poi, sono rimasto a vivere a Milano che sento a tutti gli effetti essere la mia città».
Sulle motivazioni che spingono molte persone ad andare via da Mirabella Imbaccari, «più che altro – risponde – la domanda vera sarebbe
qual è il motivo razionale per cui una persona dovrebbe restare a vivere qui? Io davvero non riesco a trovarlo». Stenta a trovare ricordi d’infanzia o esperienze dell’adolescenza che abbiano contribuito a creare un legame forte con il suo territorio d’origine. «Per me è impensabile tornare a vivere qui anche perché sarebbe estremamente difficoltoso dal punto di vista lavorativo: a Mirabella, per esempio – argomenta – c’è una connessione lentissima da soli sette mega e quando devo caricare delle foto o inviare del materiale perdo anche un’ora in confronto ai pochissimi secondi che impiegherei a Milano per la stessa operazione. Un pacco poi – aggiunge – posso aspettarlo per settimane, quando invece lo stesso a Milano viene consegnato addirittura in giornata».
Una decina di collaboratori sparsi in tutta la penisola da gestire per mandare avanti il sito da mezzo milione di visite al giorno Aranzulla.it. «Siciliani, calabresi e campani. Provengono tutti dal sud Italia, tranne uno che è a Milano con me. Alcuni abitano ancora nelle loro regioni di origine mentre altri si sono spostati a vivere in Lombardia o in Toscana. Non abbiamo uffici – spiega – ma lavoriamo sempre a distanza, quindi è fondamentale avere uno scambio continuo di documenti senza incappare in difficoltà logistiche».
Le motivazioni che tengono lontano il più famoso risolutore di dubbi informatici e tecnologici d’Italia dalla sua terra d’origine non sono solo di natura prettamente lavorativa. «La Sanità non funziona, le strade sono sommerse dai rifiuti e disastrate, internet non funziona alla velocità di connessione giusta, sui mezzi pubblici non si può fare affidamento e gli spostamenti sono sempre complicati specie in provincia, il decoro pubblico non esiste e tutti i servizi lasciano molto a desiderare e non ci sono nemmeno grandi possibilità per attività ricreative di qualsiasi tipo. Non c’è, in pratica – ribadisce – un motivo per cui io starei qui e non c’è nemmeno qualcosa che mi manca particolarmente quando sto fuori, fatta esclusione dei miei genitori e dei miei familiari. Se non ci fossero loro, probabilmente, nemmeno ci verrei più».
Una fotografia per certi versi realistica comunque piuttosto cinica. «Quando sono a Mirabella Imbaccari sto quasi sempre a casa, non faccio vita mondana anche perché non ci sono grandi posti dove andare. Cerco di essere il più riservato possibile anche perché è stancante che mi fermino di continuo ovunque vada. Preferisco – afferma Salvatore – leggere, riposare, guardare qualche film ma soprattutto approfitto del tempo libero per dare sfogo alla mia passione per la pasticceria e passo, infatti, molto tempo nel piccolo laboratorio che ho creato dentro casa mia».
Padre infermiere e madre casalinga, Aranzulla a dodici anni era già «sequestrato da amici e parenti che mi portavano a casa loro perché risolvessi i loro problemi tecnologici e informatici. Mi resi conto preso – ricorda – che molti avanzavano lo stesso tipo di richieste e nacque da lì l’idea di raccogliere le risposte, all’inizio all’interno di documenti Word che all’occorrenza venivano stampati e consegnati alle persone». Nel 2002 nasce il sito amatoriale che era, in sostanza, la pubblicazione della raccolta di questi manuali semplificati. Tutto cambia nel 2008 quando viene notato dal portale Virgilio fino ad arrivare, nel 2015, alla collaborazione con il Messaggero. Oggi Aranzulla.it è il primo sito per numero di visite in ambito tecnologico e oscilla fra il venticinquesimo e il trentesimo posto fra i più visitati in generale in Italia. «Rispondiamo a ottomila quesiti sui circa diecimila attualmente esistenti. Le persone si focalizzano su di me che risolvo i loro problemi ma con la tappa dell’Aranzulla day – che si terrà a Roma il prossimo 20 aprile – capovolgerò la situazione».
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