Una sfida a colpi di like e di cuori. I primi per votare l’arancina in versione palermitana, rotonda e rigorosamente al femminile, i secondi per scegliere l’arancino in salsa catanese, a punta e assolutamente maschile. A lanciarla ieri, dalla propria pagina Facebook, è stato il sito Sicilianforks, motore di ricerca enogastronomico «fondato da siciliani per i siciliani e per tutti coloro che amano la cucina siciliana», come si autodefiniscono.
In diretta hanno chiesto agli utenti di partecipare alla gara: alla fine a vincere è stata l’arancina che ha raccolto oltre 32mila like, a fronte di poco più di 28mila cuoricini dell’arancino. Ma il successo è stato soprattutto per la pagina SicilanForks, il cui video è stato visto 344mila volte e condiviso per altre 1.500. A dimostrazione di come il dibattito sul genere dello storico pezzo di rosticceria siciliana non stanchi mai di appassionare gli isolani. Per i palermitani l’arancina è sovrana e simbolo incontrastato dello street-food, tant’è che anche la giornata del 13 dicembre, dedicata alle celebrazioni religiose in onore di Santa Lucia (giorno in cui nel capoluogo non si mangia rigorosamente né pasta né pane ma solo riso!) sembra essere l’ennesimo pretesto per riempirsi di arancine a volontà, quasi in osservanza a un precetto. Anche nel versante orientale dell’isola l’arancino è una vera e propria religione anche se non sembra esserci una particolare preferenza di questo prodotto rispetto al resto della rosticceria, come invece accade nel capoluogo. A Palermo si sostiene con forza che la parola arancina derivi dal noto agrume, simbolo dell’intera Sicilia, da cui assumerebbe sia il nome che la forma rotonda. A Catania, invece, il lemma arancino sarebbe l’italianizzazione del siciliano arancinu, che deriva a sua volta da aranciu, dato che effettivamente, in dialetto, il frutto si declina al maschile. Negli ultimi anni anche importanti linguisti, e perfino l’Accademia della crusca, hanno voluto dare il proprio contributo al dibattito. Nel dizionario siciliano-italiano del palermitano Giuseppe Biundi, del 1857, ad esempio, si legge soltanto la versione maschile così come anche nel dizionario Treccani. Anche Camilleri, in effetti, ha contribuito all’esportazione del termine arancino, con il celebre Gli arancini di Montalbano sulla quale scia si è poi diffusa la nota e seguitissima serie televisiva con protagonista Luca Zingaretti. Pare che, tra i siciliani, questo dibattito non avrà mai fine e, se da una parte sono in tanti a scherzare e a ironizzare sulla spinosa vicenda, c’è anche chi non si diverte affatto e ne fa una vera e propria polemica. Nella sfida sulla pagina Facebook di Sicilanforks c’è anche chi non la prende tanto per gioco. «Arancina è palermitana, prima di scrivere andate a scuola ignoranti», sentenzia Luca. Mentre Vincenzo fonda la sua granitica certezza su un confronto: «L’arancina è nata a Palermo e viene chiamata appunto arancina! Per esempio la pizza è nata a Napoli ma a Salerno non la chiamano mica pizzo». E chi si erge a difesa dell’ortodossia. «Dite ai vostri colleghi di Palermo che si possono permettere di chiamarla al femminile solo in polenta, e che per salvare la nostra tradizione della Sicilia, lo chiamano Arancino! Questa è storia della Sicilia». Una disputa infinita che, secondo Anita, rispecchia una «drammatica situazione: la piena dimostrazione che la democrazia non funziona».
SicilanForks è un portale che nasce «con l’obiettivo di far conoscere i migliori ristoranti, le
hamburgerie, le birrerie e tutto ciò che è possibile trovare nel panorama gastronomico siciliano, senza mai dimenticare le piccole e grandi realtà imprenditoriali della nostra terra». Ed è aperto al contributo dei lettori.
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