Apprendi: “Prima di sciogliere l’Ars si riducano i parlamentari da 90 a 70”

Insomma: il Governo regionale di Raffaele Lombardo sembra arrivato al capolinea. Ormai anche il Pd siciliano, che per quattro anni ha governato di diritto o di rovescio con l’attuale capo della giunta, sembra orientato a votare la mozione di sfiducia.

Resta un tema sul quale sarebbe bene fare chiarezza. Su input dell’Ars, con una cosiddetta legge-voto (cioè con un’indicazione partita da Sala d’Ercole), al parlamento nazionale è in discussione una legge costituzionale per ridurre il numero dei parlamentar regionali da 90 a 70. Questo perché il nostro Statuto (cioè lo Statuto autonomistico della nostra Regione) è ‘costituzionalizzato’. E per cambiarlo ci vuole una legge costituzionale, in accordo con quanto prevede l’articolo 138 della nostra Costituzione.

Che significa tutto questo? Che se si dovesse sciogliere in anticipo l’Assemblea regionale siciliana, questo avverrebbe prima che il parlamento nazionale abbia completato di esaminare e approvare la legge costituzionale che riguarda la Sicilia. Di conseguenza la nuova Assemblea regionale verrebbe rieletta ancora con 90 deputati.

Cosa, questa, che non va giù al parlamentare regionale del Pd, Pino Apprendi. Che spiega:  “Non è più rinviabile la riduzione dei parlamentari dell’Ars da 90 a 70. L’accelerazione dello scioglimento dell’Ars deve, di pari passo, stimolare l’approvazione della Camera e del Senato della riduzione dei parlamentari; per questo, invito il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, a porre il problema in occasione della prossima direzione nazionale del partito, affinché la segreteria nazionale solleciti i Presidenti di Camera e Senato per concludere l’iter e giungere all’approvazione definitiva”.

A meno che – ovviamente – uno dei motivi per sciogliere anticipatamente l’Ars non sia proprio questo: evitare che Roma completi la legge costituzionale. Per consentire, ancora una volta, di avere a Sala d’Ercole 90 deputati invece che 70…

 

Redazione

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