Qualcuno nella list del Pd del collegio di Palermo teme di non essere eletto. Deve trattarsi di qualche ‘pezzo da novanta’. Qualcuno, insomma, che cerca di far credere cose che non sono: per esempio che Pino Apprendi, parlamentare uscente del Partito democratico, ricandidato proprio nel collegio di Palermo, sia un candidato debole. Quando è vero tutto il contrario.
Così, questo ‘qualcuno’, ha messo in giro la voce che Apprendi andrà nel listino del candidato alla presidenza della Regione, Rosario Crocetta. Un modo trasversale – e molto scorretto – di metterlo in cattiva luce. Per consentire a qualche altro candidato, sempre nel Pd e sempre nel collegio di Palermo, di andare in giro tra gli elettori e dire: “Apprendi? Non c’è bisogno che lo voti. Tanto non ce la farà mai. Non lo sai che si sta facendo candidare nel listino di Crocetta perché è in difficoltà?”.
Invece le cose stanno esattamente all’opposto: è Pino Apprendi il candidato del Pd più forte del collegio di Palermo. E questo certi personaggi del Pd – magari quelli che in questi ultimi quattro anni hanno fatto solo inciuci con il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e con l’assessore alla Salute, Massimo Russo – non lo riescono proprio a digerire. Vivere in diretta la propria sconfitta in campagna elettorale, soprattutto quando si è arroganti, deve essere insopportabile.
La replica di Pino Apprendi non si fa attendere: Io mi sono sempre rimesso alla volontà diretta degli elettori dice il parlamentare del Pd oggi di nuovo in lista – e per questo mai tenterei di sottrarmi al loro giudizio, benevolo o implacabile che sia. Da deputato uscente, che ha lavorato con impegno e passione per il bene della Sicilia, non ho motivo di sfuggire ad una competizione elettorale, basata sulle preferenze, imboccando la scorciatoia di un listino bloccato.
Affermare, senza peraltro alcun motivo oggettivo, che io sarei candidato nel listino – aggiunge Apprendi – significa tentare di far passare il messaggio che io sia in una posizione di debolezza che, invece, non ho”.
“Il lavoro che ho svolto in questi anni mi consente di esser certo – conclude Apprendi – di non dover avere alcun timore ad affrontare il giudizio diretto degli elettori. Mi auguro che anche gli altri candidati uscenti non abbiano remore a farsi giudicare per quello che hanno o non hanno fatto.
Domanda ai nostri lettori: secondo voi chi è che, nel Pd, sta provando ad alterare la realtà, cercando di far far passare per debole il candidato più forte?
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