Appalti, cambiano regole: stop ai ribassi selvaggi Falcone: «Roma ha recepito le nostre proposte»

Le piccole e medie imprese siciliane potrebbero tirare a breve un sospiro di sollievo. La buona notizia arriva sull’asse Palermo-Roma e riguarda le modifiche al codice degli appalti: è concreta la possibilità che cambino le regole per aggiudicare le gare sotto i due milioni di euro. Non più massimo ribasso ma una valutazione sulla congruità delle offerte, in modo da tagliare quelle considerate anomale, grazie all’applicazione di un complicato algoritmo che individua una fascia media congrua alle esigenze dell’appalto. Evitando così una corsa al ribasso che non tutela i lavoratori e che spesso espone la stessa opera a rischio incompiuta. 

A queste modifiche il governo regionale ha lavorato in modo autonomo ed era pronto a presentare una propria proposta come emendamento al Collegato, il documento contabile in discussione in queste settimane all’Assemblea regionale. Ma essendo materia di competenza statale e non regionale, si sarebbe esposto al rischio di un’impugnativa davanti alla Corte Costituzionale, come già successo per una norma fatta approvare dal Movimento 5 stelle sotto la legislatura Crocetta. Adesso, però, questo scenario verrebbe superato dall’accordo che è stato trovato a Roma, con il governo nazionale.

Da tempo è stata infatti avviata un’interlocuzione sul tema (che era uno dei punti del contratto di governo gialloverde) tra palazzo d’Orleans e Palazzo Chigi, che ha portato, alla fine della scorsa settimana, all’annuncio da parte di Roma di un decreto legge che dovrebbe essere siglato già questo mercoledì, con cui l’esecutivo nazionale modificherà il codice degli appalti nei criteri di aggiudicazione. Secondo l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, che ha seguito l’intero iter da parte del governo, si tratta di una «vittoria per la Sicilia, che si è intestata questa battaglia da tempo, ottenendo addirittura che Roma recepisca la nostra proposta di modifica, eccetto che per la soglia di applicabilità, che noi avevamo previsto fino a 5,5 milioni di euro, mentre Palazzo Chigi dovrebbe abbassare questa asticella entro i due milioni di euro».

Cosa cambierà con questa modifica? «Se oggi – spiega ancora Falcone – gli attuali criteri di aggiudicazione delle gare consentono un ribasso che arriva anche al 42/43 per cento, un algoritmo ci ha permesso di stimare che con la nuova normativa i ribassi non arrivino neanche alla metà, assestandosi attorno a una forbice che va dal 13 al 17 per cento, dando così respiro alle imprese». Nel decreto legge dovrebbero essere inserite alcune delle modifiche, mentre il governo nazionale punta in un secondo momento a una riforma complessiva del settore. 

Nei giorni scorsi i rappresentanti di Confartigianato, Ance, Casartigiani, Claai, Cna, Confcommercio, Confcooperative, Creda e Legacoop sono stati ascoltati in commissione Ambiente all’Assemblea regionale. Chiedono alla politica una exit strategy. «Le imprese sono ormai al limite – denuncia Maurizio Merlino, della Cna, a Meridionews -. Quella per mettere un freno ai ribassi selvaggi è una battaglia che portiamo avanti da tempo. Si arriva persino alla metà della base d’asta e per una piccola e media impresa è diventata una situazione insostenibile. Ci auguriamo che un freno possa arrivare direttamente da Roma, ma in ogni caso noi andremo avanti, sapendo di poter contare sul sostegno del Movimento 5 Stelle che ci ha seguiti, bisogna ammetterlo, in tutto il percorso».

Salvo Catalano

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