Anna Rita Leonardi, la 29enne che sfida la ‘ndrangheta «Palermo? Bellissima, ma oggi è una città cantiere»

A soli 29 anni l’impavida dirigente del Partito democratico Anna Rita Leonardi annuncia la sua candidatura a sindaco del Comune di Platì, un centro in provincia di Reggio Calabria la cui giunta è stata sciolta per mafia un numero sufficiente di volte perché le ultime elezioni non si tenessero nemmeno. 

Arrivata in treno a Palermo per partecipare alla presentazione del libro “Dalla Parte Sbagliata di Rosalba Di Gregorio e Dina Lauricella, ha parlato delle emozioni che il libro le ha dato e delle dinamiche mafiose interne ai Comuni. Il volume ripercorre alcune famose tappe dei processi Borsellino, andando dalle dichiarazioni di Vincenzo Scarantino ai depistaggi verificatisi in sede giudiziaria che conducono oggi ad una rilettura dell’intera vicenda.  Leonardi ha voluto cogliere l’occasione per sostare qualche minuto al giardino della Memoria. «Ho chiesto esplicitamente di poter rendere omaggio alle vittime della strage di Capaci – racconta a MeridioNews -. Sento il dovere morale di fermarmi in quel luogo. Sono vicende che hanno segnato tutta l’Italia». 

Alla Sicilia dice di essere «molto vicina anche per il legame di sangue che ho con parte della mia famiglia, che è siciliana. Non viverla come terra non significa non conoscerla o non affrontare con serietà le vicende che oggi la rendono protagonista delle cronache». Palermo? «È bellissima come sempre», al netto delle difficoltà oggettive che necessitano ad un miglioramento. «Il sindaco Orlando – dice Leonardi – ha iniziato questa amministrazione con delle contestazioni ma oggi ha un grosso consenso elettorale. Purtroppo ho visto una città cantiere: immagino che i cittadini siano estenuati da un tale accumulo di lavori e dal problema della spazzatura, di cui ho preso atto personalmente. Con il nostro clima rovente, inoltre, non può che aggravarsi. Oggi questa città, che è un agglomerato meraviglioso di culture, è penalizzata da opere che devono necessariamente compiersi per vivere bene domani. Si deve uscire da questa fase di “cantierismo”, Palermo è l’immagine della Sicilia, se funziona l’una funziona l’altra». 

Facendo riferimento al caso Crocetta, si esprime invece con toni aspri. «Ci interroghiamo su ciò che sta accadendo senza sapere se la telefonata ha avuto luogo oppure no – afferma -. Ma la vicenda è grave in entrambi i casi: Innanzi tutto è necessario tenere alta l’attenzione sull’intercettazione, se quella frase è stata detta è molto grave, in caso contrario bisogna capire dove si trova il punto di rottura tra la politica, la stampa e gli altri attori: è stato scatenato uno scandalo e va identificata la radice. Governare al Sud non è semplice, ma Crocetta è una persona complessa, negli anni ha fatto molto parlare di sé». 

E sono proprio queste dinamiche del Sud che Anna Rita Leonardi intende sovvertire. «Qui tendiamo a dimenticare ciò che succede. Scandali simili avvengono ovunque ma siamo sempre noi ad essere identificati come “mala pianta” e siamo sempre noi a piangerne le conseguenze. L’auspicio è che questo modus operandi termini e che si apra una stagione in cui si intervenga realmente e incisivamente – continua -. La politica va intesa come un servizio ai cittadini e non come un’azienda dalla quale ricavare il massimo del profitto a discapito di integrità e dignità». 

La giovane dirigente non teme di restare invischiata nelle losche trappole della malapolitica, neanche a Platì, roccaforte blindata delle famiglie criminali della Locride e dei loro interessi. «Sono sicura che qualcuno tenterà di avvicinarmi, di comprarmi, di vessarmi. Ma la forza di non cadere in meschinità del genere si trova nel proprio senso per la giustizia e nella propria educazione alla legalità. Temo, però la solitudine – continua -, un amministratore è molto più forte quando non è lasciato solo. Vorrò al mio fianco istituzioni e popolo, che oggi ha una grande voglia di riscatto». 

Al momento Anna Rita Leonardi trova grande collaborazione nei cittadini del Comune di Platì  «Con i quali c’è un rapporto di affetto personale di cui sono orgogliosa. Mi stanno dando una grossa mano, anche a fronte di quei dissidi che si sono creati con una piccola parte della politica che cerca di sminuire la mia candidatura, svilendola. Sono arrivati ad offendere la mia femminilità, con l’idea di mortificarmi come donna per costringermi a fare un passo indietro. Per fortuna, dall’altro lato, c’è una base politica costituita da giovani militanti che lavorano davvero nel territorio. Sono loro la classe dirigente moderna e competitiva che oggi deve essere la maggioranza. Quel famoso rinnovamento renziano va fatto». 

Eugenia Nicolosi

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