Anna Incerti, un terzo posto che sa di rinascita sportiva «Pensavo di smettere ma adesso ho voglia di altre sfide»

Vincere prima ancora di gareggiare? È possibile se ti chiami Anna Incerti, atleta per la quale anche la conquista del gradino più basso del podio può avere un peso paragonabile a uno dei tanti successi ottenuti in una carriera ricca di soddisfazioni. Il confortante terzo posto alla Maratona di Padova dello scorso 24 aprile vale quanto un successo. E rispetto ad altri traguardi ha in questo caso un gusto speciale perché sa di rinascita sportiva per la campionessa europea di maratona che, dopo un periodo di stop forzato in seguito a un intervento chirurgico per la rimozione di un meningioma benigno alla testa, è pronta adesso a vivere sulle piste di atletica una seconda giovinezza.

«Sicuramente è stato bello ripartire dieci mesi dopo l’intervento. Indossare di nuovo il pettorale è stata una grande emozione – ha ammesso a MeridioNews la 42enne maratoneta palermitana – nei mesi successivi all’operazione non ho corso molto e anche per questa ragione avevo la curiosità di riprovare certe sensazioni». La condizione atletica, giocoforza, non può essere quella dei tempi migliori: «Ho cambiato anche l’impostazione del programma in funzione di questa maratona. Rispetto al pre-intervento faccio più fatica a recuperare, motivo per cui ho lavorato più sulla tenuta. Prima mi allenavo due volte al giorno, adesso ho rimodulato i tempi programmando solo in determinate circostanze la doppia sessione giornaliera. Per quanto riguarda la gara – ha aggiunto – l’ho vissuta con grande adrenalina e ammetto di avere avuto all’inizio un po’ di paura non sapendo il modo in cui avrebbe risposto il mio corpo. Ho avvertito a un certo punto anche un fastidio all’anca che mi ha tormentato nella settimana di avvicinamento alla maratona ma ho preferito tagliare il traguardo rallentando piuttosto che fermarmi».

Finire la corsa con il tempo di 2h36’23’’ è comunque un buonissimo risultato soprattutto per chi come Incerti, fresca vincitrice della 25esima edizione della mezza maratona dei Dogi, ha bisogno di scrollarsi di dosso la ruggine accumulata durante il periodo di inattività. Ripartire, in ogni caso, era il primo step. Missione compiuta grazie soprattutto alla carica del marito Stefano Scaini. Atleta ex Fiamme Gialle e anche un po’ psicologo essendo stato uno dei principali artefici del rientro agonistico della moglie: «Ha svolto un ruolo fondamentale, è stato lui, con la sua energia positiva, a incoraggiarmi e spingermi a ricominciare dato che io volevo smettere e avevo paura di non farcela a riprendere. E di fatto è anche il mio allenatore personale dato che, pur confrontandosi costantemente con il mio tecnico storico, Tommaso Ticali, è Stefano che supervisiona qui a Udine il mio piano di lavoro e mi accompagna durante gli allenamenti correndo con me o seguendomi con la bici a seconda delle distanze».

Sono frammenti di una nuova routine condizionata inevitabilmente dall’operazione subita nel giugno 2021. Un contrattempo che ha portato l’atleta classe 1980 delle Fiamme Azzurre a inquadrare con una nuova luce i risultati ottenuti in passato e a fare determinate riflessioni. «Sono agli sgoccioli della carriera – dichiara – facendo leva sull’esperienza maturata in venti anni di percorso professionale e da quando nel 2002 ho indossato la prima maglia azzurra, posso dire che ciò che conta più di ogni altra cosa è non farsi male e stare bene. Io, al di là di tutto, ho ancora voglia di mettermi in gioco e dirò sempre grazie alla corsa anche perché mi ha aiutato a superare un periodo difficile». Che adesso è alle spalle, sovrastato da un presente tornato all’insegna della normalità e un immediato futuro che, in virtù del crono (2h31:17) fatto registrare a Milano nel mese di maggio dello scorso anno poche settimane prima dell’operazione, potrebbe coincidere con la convocazione per gli Europei di atletica in programma ad agosto a Monaco di Baviera: «Ci spero ma non sono io a decidere – commenta Incerti – io (riferendosi appunto al crono di Milano, ndr) il minimo l’ho fatto. Adesso aspetto una risposta che dovrebbe arrivare entro la fine del mese. Capirò se sarò chiamata in causa ancora per la maratona o se dovrò pensare ad altro dedicandomi a distanze più brevi».

Antonio La Rosa

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