Anello ferroviario, un nuovo cronoprogramma per Tecnis L’ira dei residenti: «Dovranno passare sui nostri cadaveri»

Una «positiva conclusione». L’incontro in prefettura tra Comune, Tecnis, Rfi e Italferr ha dato i suoi frutti: Nuovo cronoprogramma dei lavori, nuove scadenze per il completamento dell’anello ferroviario, i cui lavori non sono mai veramente decollati dopo i guai giudiziari del colosso catanese degli appalti e titolare dei cantieri, una nuova ventata di ottimismo, almeno stando alle parole dell’amministrazione comunale. Tecnis può farcela, può rispettare le nuove date di scadenza, è in grado di portare a termine i lavori o almeno così garantisce l’amministratore giudiziario dell’azienda, Saverio Ruperto, presente al tavolo tecnico. E anche questa volta il Comune, rappresentato dal sindaco Leoluca Orlando e dal suo vice Emilio Arcuri, ha voluto dargli fiducia, ma una fiducia a tempo, che va meritata. «Il Comune – dice Orlando – vigilerà sul rispetto rigoroso di queste occupazioni degli spazi pubblici, e del rispetto del cronoprogramma, ferma restando la responsabilità giuridica dell’esecutore sul rispetto dei tempi e di Rfi e Italferr». Ma non tutti sono convinti di ciò e tra i residenti c’è chi preannuncia battaglia. 

I TEMPI – L’azienda avrà tempo fino ad aprile per completare i lavori al punto da ripristinare la circolazione nel tratto di via Emerico Amari già occupata dal cantiere e in cui, finora, le cose sono andate estremamente a rilento. La via sarà successivamente completata con i lavori nel tratto che la collegano a via Roma da iniziare il prossimo mese e ultimare undici mesi dopo, entro settembre 2017 e, infine, con l’ultima parte, quella che si estende fino a raggiungere piazza Castelnuovo, da ultimare entro aprile 2018. Per quella data dovrebbe essere già pronta anche la fermata Politeama, la nuova stazione che dovrebbe vedere la luce nel gennaio dello stesso anno. A maggio 2017 dovrebbe riaprire al traffico viale Lazio, nonostante i lavori previsti dal prossimo novembre fino al febbraio 2018. Limitati, invece, gli interventi sul nodo che interessa via Crispi, sempre più congestionata per via delle nuove misura di sicurezza del porto, in attuazione di un decreto nazionale. Lunedì i lavori nel tratto cominceranno in ogni caso, ma interesseranno solo le «opere di delimitazione con strutture leggere e permeazione visiva ed adattamenti in termini di contenimento delle aree occupate» e comunque entro dicembre di quest’anno, per poi concludersi, con il completamento del tratto nella semicarreggiata lato mare da Gennaio 2017 a Giugno 2017. Gli ultimi a essere liberati da mezzi e transenne saranno i cittadini di via Campania e via Sicilia, tra i primi in città ad aver dovuto avere a che fare con il cantiere. Per loro l’agognata fine dei lavori è prevista per dicembre 2018

RESIDENTI E COMMERCIANTI – «Il tavolo prefettizio ha valutato e prestato attenzione a tutte le istanze che sono arrivate dai cittadini e dalle organizzazioni sociali ed economiche». Così comunica il Comune in una nota ufficiale. Ma mentre il tavolo tecnico era in corso in via Cavour si stava svolgendo un’altra riunione. Stanchi, provati, avviliti. I residenti e i commercianti di via Amari e delle altre zone «ostaggio dei lavori» si sono dati appuntamento di fronte alla Prefettura per farsi sentire, per farsi notare da coloro che – a loro dire – li hanno abbandonati. E mentre le autorità, i protagonisti del tavolo, fanno il loro ingresso a villa Whitaker, le decine di manifestanti scandiscono i loro nomi, li applaudono ironicamente, li chiamano dall’altra parte della strada senza ricevere in cambio nemmeno uno sguardo. I manifestanti portano al collo dei cartelli, parlano del «Tranello ferroviario» e denunciano malaffare e connivenze. «Voglio essere querelato, non chiedo altro, almeno saranno costretti ad ascoltarmi». Francesco Raffa è il presidente dell’associazione Amari Cantieri, che raccoglie le voci dei cittadini della zona. Loro non sono stati invitati al tavolo, non sono tecnici, anche se a sentire parlare Raffa non si direbbe: racconta di palificazioni, calcestruzzo insufficiente, conosce i nomi di ogni responsabile del cantiere e dei subappaltanti della ditta Marchese, deputati alla trivellazione. Sa a memoria i numeri di ogni delibera presentata in Comune riguardante i lavori. A loro il cronoprogramma proprio non soddisfa. «Vogliono passare su via Crispi solo perché allargare il cantiere è l’unico modo che hanno per ricevere il pagamento del Sal da parte del Comune – dice Raffa – Ma dovranno passare sul nostro cadavere, anche a costo di passare lì la notte, ma non glielo consentiremo». Intanto, mentre i cittadini protestano in maniera ancora una volta vibrante ma composta, cala la sera e via Cavour si intasa, si blocca, i vigili devono chiuderla. Via Crispi è totalmente congestionata dal traffico e la fila di mezzi pesanti in uscita dal porto diventa quasi un unico serpentone, lungo e immobile. «Qui i cantieri non c’entrano – dice uno dei cittadini – ma immaginate cosa succederà quando la via sarà ristretta dai nuovi lavori?».

COMUNE E SINDACATI – Accanto ai manifestanti, un po’ alla spicciolata, sfilano diverse personalità politiche. Alcuni sono stati al loro fianco durante le battaglie fatte, altri si presentano per la prima volta. Il tempo passa e la piccola folla si ritira. In serata arriva il cronoprogramma, come volevano azienda e sindacati. «Siamo molto grati alle parti intervenute per avere trovato finalmente un accordo – spiega Paolo D’Anca della Fillca Cisl Palermo-Trapani – Ci auguriamo che sia di buon auspicio dopo la brutta notizia dei tanti licenziati nei cantieri del passante ferroviario, gestiti dalla Sis. Intanto da palazzo delle Aquile giunge una nota: «Il Sindaco e l’assessore Arcuri, nell’esprimere apprezzamento per l’attività svolta dal Prefetto, hanno rappresentato all’amministratore giudiziario ‘la preoccupazione sui gravi disagi di cui si stanno facendo carico la città ed i suoi abitanti’, evidenziando che non potranno tollerarsi ritardi rispetto a quanto oggi concordato. Hanno invitato Rfi e Italferr a vigilare puntualmente sulla qualità delle opere, sul rispetto del contratto e del cronoprogramma che oggi consente di contestare i singoli ritardi». 

Gabriele Ruggieri

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