«C’è stato garantito che è una questione di ore, Tecnis pagherà ai lavoratori i mesi di settembre e ottobre grazie a un Sal – il pagamento per dei lavori in atto in un altro cantiere – da 820mila euro appena incassato». Dopo il vertice in prefettura si riaccende la speranza per i cantieri dell’anello ferroviario di Palermo. Protagonista assoluto del tavolo convocato dalla prefetta Antonella De Miro è stato l’amministratore giudiziario del colosso catanese Saverio Ruperto. E non poteva essere altrimenti. Stava alla Tecnis, infatti, fornire agli interlocutori le risposte necessarie a decifrare il destino dei lavori in corso in via Emerico Amari e viale Lazio.
Risposte che hanno convinto, nonostante la diffidenza resti alta, i lavoratori. «Navighiamo a vista – spiega Paolo D’Anca della Filca Cisl Palermo-Trapani – Grazie a questo Sal e ad altri crediti che Tecnis sta per incassare il cantiere dovrebbe poter andare avanti fino a maggio. Poi si vedrà». I rappresentanti degli operai sono stati i primi a confrontarsi con l’azienda, rappresentata da Ruperto e dall’ingegnere Vincenzo Falgares e con Filippo Palazzo di Rfi, stazione appaltante dei lavori. Poi è stata la volta dell’incontro con la committenza, il Comune di Palermo, con il sindaco Leoluca Orlando, il suo vice, Emilio Arcuri e il capoarea delle Infrastrutture, Mario Li Castri, che si sono intrattenuti a lungo con i rappresentanti delle due aziende.
Un ruolo importante nella vicenda sarà quello delle banche. Con l’amministrazione giudiziaria, infatti, Ruperto punta a dissipare la coltre di sfiducia che si era creata con l’azienda sull’orlo del collasso, chiamando gli istituti di credito a fare la propria parte per sostenere gli investimenti necessari per fare ripartire la macchina di Tecnis. L’azienda intanto ha incassato la fiducia da parte dalla stazione appaltante. Non sarà più necessario infatti che Rfi si sostituisca a Tecnis per onorare i debiti contratti con lavoratori e fornitori. «La surroga – continua D’Anca – avrebbe richiesto tempi più lunghi di almeno tre o quattro mesi. In questo modo, invece, Rete ferroviaria potrà pagare direttamente Tecnis che, libera dallo spettro dei sentori di mafia, potrà incassare e liquidare quanto necessario per mandare avanti i cantieri».
Segnali di ripresa, quelli dell’impresa etnea, che se confermati dai fatti, potrebbero segnare una svolta per i cantieri, dove i lavori finora sono andati a rilento. «In questo caso – conclude il sindacalista – Tecnis ha preso un impegno tanto con i lavoratori quanto con Rfi, che pretende la garanzia che i soldi versati nelle casse dell’azienda vengano interamente impiegati per il completamento dei cantieri palermitani e non per ripianare altri debiti. Una retromarcia sarebbe devastante per tutti».
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