IL DOTTORE RERA NON C’ENTRA. IL PROBLEMA RIGUARDA L’ASSEMBLEA DI SALA DELLE LAPIDI. SARANNO GLI AMMINISTRATORI DELLA CITTA, DI DIRITTO O DI ROVESCIO, A FAR CONOSCERE AI NOSTRI LETTORI QUANTO COSTA OGNI ANNO QUESTO ‘SCHERZETTO’
A proposito dell’articolo pubblicato ieri sul Comune di Palermo dobbiamo fare la seguente precisazione. Non abbiamo nulla contro il dottore Rera. E’ successo che il nostro Riccardo Gueci – indirizzato verso di lui da qualche ‘intellettuale’ del Comune di Palermo – ha cercato questo dipendente comunale e non l’ha trovato.
Detto questo, quello che noi cerchiamo – e cioè le notizie sui dati sui rimborsi dei consiglieri comunali di Palermo – dovremmo acquisirle dallo stesso Consiglio comunale e non dai dipendenti, che sono vincolati dalle regole fissate dall’amministrazione della quale fanno parte.
Purtroppo non riusciamo a venire a capo di questa storia. Ci dispiace aver arrecato problemi al dottore Rera. Il problema lo sta creando il Consiglio comunale di Palermo e non il dottore Rera.
Detto questo, provvederemo a inoltrare, come giornale, una richiesta di accesso agli atti. E, detto con sincerità, siamo stupiti di dover ricorrere a questo mezzo per avere informazioni che dovrebbero essere di dominio pubblico e che di dominio pubblico sono solo parzialmente.
Sul sito del Comune di Palermo, infatti, non ci sono le notizie che noi cerchiamo. Noi, lo ribadiamo ancora una volta, vogliamo sapere quanti sono i consiglieri comunali di Palermo che percepiscono, indirettamente, i rimborsi dallo stesso Comune.
La storia è arcinota. In forza di una discutibile legge regionale, i consiglieri comunali non si recano a lavorare presso le aziende dove prestano servizio. Ma vengono pagati lo stesso. Sono poi i Comuni a rimborsare le aziende.
Bene, noi vogliamo conoscere il numero e i nomi dei consiglieri comunali di Palermo che usufruiscono dei benefici di questa legge regionale. Tutto qui. E siccome adesso ci siamo anche incazzati, vogliamo conoscere anche i dati della passata consiliatura.
Chiederemo formalmente i dati su quanto ha speso il Comune di Palermo da quando esiste questa legge regionale. E siccome sono soldi pubblici, siamo certi che non ci saranno problemi.
Vogliamo conoscere questi dati – e li vogliamo far conoscere ai nostri lettori – perché nel mutuo da un miliardo di euro che la Regione siciliana dovrebbe accendere (ammesso che l’Ars approvi questa discutibile legge), ben 300 milioni di euro dovrebbero andare ai Comuni.
Da qui la nostra domanda:
non è che, buona parte di questi soldi che le imprese e le famiglie siciliane dovrebbero pagare tenendo al massimo Irpef e Irap dovrebbero servire, alla fine, per pagare le indennità alle aziende presso le quali lavorano i consiglieri comunali siciliani?
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