Ana era incinta, quasi al quarto mese di gravidanza, e aspettava un maschio. A confermarlo è l’autopsia effettuata ieri notte all’istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo sul corpo della donna uccisa dal suo amante nelle campagne tra Balestrate e Partinico nella notte del 22 novembre. Un omicidio efferato, quello effettuato dal 51enne imprenditore Antonino Borgia a pochi giorni dalla giornata contro la violenza sulle donne, così come stabilito dall’esame autoptico: Ana Maria Lacramioara Di Piazza, la donna di origini romene che aveva già un figlio di undici anni (avuto da un’altra relazione), è stata colpita da almeno dieci coltellate. Di cui una alla gola, risultata poi fatale.
E intanto emergono nuovi particolari sugli istanti precedenti all’omicidio. «Mi ami? Butta quel coltello»: sarebbero state queste le ultime parole disperate rivolte dalla donna a Borgia. Un appello rimasto purtroppo inascoltato. Ora l’uomo, che ha già confessato l’omicidio, è in carcere, così come deciso ieri sera dal gip del tribunale di Palermo che ha rigettato la convalida del fermo ma ha emesso la misura cautelare in carcere. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Annamaria Picozzi e del sostituto Chiara Capoluongo ed è condotta dai carabinieri.
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