Amt: stipendi in ritardo, lavoratori in agitazione Il 31 gennaio sarà sciopero mattutino, oggi sit-in

Acque agitate in casa Azienda metropolitana trasporti. La partecipata comunale che gestisce gli autobus cittadini minaccia di essere gettata nel caos dalle proteste dei lavoratori iscritti al sindacato Fast-Confsal, una dietro l’altra: la prima, prevista per stamattina di fronte alla sede di via Sant’Euplio (un sit-in per chiedere chiarimenti su una gara d’appalto); la seconda, più grande, fissata per il 31 gennaio, quando i dipendenti aderenti alla sigla sindacale incroceranno le braccia dalle 9 alle 13 e quelli dei turni successivi smonteranno con tre ore di anticipo.

I motivi si trovano nelle note diffuse dall’organizzazione sindacale e firmate dal segretario regionale Giuseppe Cottone. Per la giornata di oggi l’oggetto del contendere è l’appalto per i servizi di guardiania e pulizia in alcuni parcheggi dell’Amt. Una gara che sarebbe arrivata all’apertura delle buste a dicembre 2018 ma che, ancora, non sarebbe stata espletata. Non un semplice ritardo, secondo il sindacato, bensì la conferma di quelle «voci» secondo le quali ci sarebbe in vista «un possibile annullamento della gara in essere, con il conseguente licenziamento dei lavoratori, in quanto i servizi verrebbero espletati in house». Un provvedimento che potrebbe rientrare in un’ottica di spending review, ma rispetto al quale i lavoratori dell’attuale appaltatrice non avrebbero avuto risposta

E se questa è una vicenda che riguarda gli autobus solo di striscio (a rischiare il posto non sono i dipendenti dell’Amt, bensì quelli dell’azienda che per la società comunale lavora), quella che porterà allo sciopero del 31 gennaio una questione tutta legata alla vita dell’amministrazione comunale. «I lavoratori hanno percepito ancora oggi soltanto il 50 per cento dello stipendio di dicembre 2018», attacca Cottone. Aggiungendo poi che l’azienda non avrebbe predisposto alcuna nuova programmazione delle linee né previsto progetti di rilancio. Un occhio sul futuro, però, la giunta di Palazzo degli elefanti l’ha già spostato, immaginando l’accorpamento tra Sostare e Amt. «Senza nessun progetto di risanamento», attacca ancora Fast-Confsal.

In mezzo a tutto questo, c’è anche la mancanza del direttore generale, del direttore di esercizio e di un dirigente amministrativo. Tutte figure apicali nell’organigramma aziendale e attualmente vacanti. «A fronte di un’azione politica locale miope e insignificante in tema di mobilità e di un consiglio d’amministrazione privo di iniziative, i lavoratori dipendenti dell’Amt non hanno possibilità alcuna di migliorarsi», prosegue il sindacato. Concludendo, stavolta con una domanda diretta al sindaco di Catania Salvo Pogliese: «Le pare corretto che l’autista dell’Amt debba garantire – giustamente – alla cittadinanza un servizio considerato essenziale, quello della mobilità, e invece – ingiustamente – lo stesso autista sia messo in condizione, senza stipendio e pur lavorando, di non potere onorare gli impegni assunti nei confronti di terzi e sostenere con dignità la propria famiglia?».

Redazione

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