Si è tenuto questa mattina nell’aula magna di palazzo delle Scienze l’incontro organizzato dal Tavolo per le imprese dal titolo Convergenze parallele. Confronto Amt – Ikea: gli approcci manageriali del pubblico e del privato per un futuro insieme. All’appuntamento sul tema delle modalità di impiego delle risorse umane e del rapporto con i fornitori hanno partecipato Carlo Lungaro, presidente dell’Azienda metropolitana trasporti etnea e lo store manager di Ikea Catania Rosario Caffo. L’apertura del dibattito, moderato da Giuseppe Ursino, è stata affidata al docente dell’ateneo catanese Rosario Faraci e all’imprenditore ed editore di MeridioNews Domenico Messina. Il convegno ha ospitato al suo interno l’analisi di diverse tematiche, dall’occupazione passando per l’innovazione, con una particolare attenzione verso le opportunità fornite ai giovani laureati dalle imprese private e pubbliche.
«Sulla questione delle possibilità di lavoro c’è una battaglia culturale in atto e bisogna comprendere che una singola impresa in un deserto può anche sopravvivere ma certamente non può crescere», ha affermato Ursino. E l’incontro disegnato dal Tavolo delle imprese si è inserito proprio in questo contesto, con l’obiettivo di «stimolare un pubblico a volte sciatto e indolente a riflettere», ha aggiunto il moderatore dell’evento, Ceo del Jo Group. Che ha presto segnato i punti in scaletta: percezione e rilancio del pubblico impiego, caratteristiche del privato, opportunità occupazionali fornite ai giovani laureati, innovazione al tempo della crisi, rapporto tra università e mondo del lavoro, e territorialità. Con un’attenzione particolare verso la figura dell’imprenditore illuminato.
A entrare nel vivo del convegno è stato il professore Faraci, ordinario di Economia e gestione delle imprese del dipartimento di Economia di Unict, di cui è presidente. «Bisogna rilanciare e riposizionare le aziende sia pubbliche che private, puntando sulla qualità delle risorse umane che l’Università cerca di coltivare nonostante il particolare momento di crisi», ha detto Faraci. Che ha aggiunto: «Noi docenti ci chiediamo spesso se è nostro compito formare risorse che debbano essere impiegate sul territorio o all’estero. Ormai cerchiamo di indirizzare i giovani ad andare via, formarsi e poi tornare con un bagaglio di conoscenze che possa portare innovazione qui». E quindi ha lanciato il messaggio: «Le imprese devono avvicinarsi agli studenti».
A raccogliere la provocazione è per primo Caffo. «Da sempre Ikea cerca giovani che si identifichino nei suoi valori, e a Catania l’azienda rappresenta la porta di accesso a un mondo globale anche grazie a un programma di mobilità interna simile all’Erasmus studentesco», ha detto lo store manager. Diverso l’intervento di Lungaro, che ha affermato: «All’Amt i giovani sono pochi, la maggior parte del personale è vicina al pensionamento ma stiamo già cercando di rimediare attraverso accordi di stage con l’università». Mentre sull’idea di crescita del territorio entrambi i manager non hanno dubbi: «Puntare su risorse umane preparate che hanno un sogno, un progetto, un’idea».
L’intesa è stata trovata anche sulla figura dell’imprenditore illuminato. «In Sicilia si può ancora fare impresa sana, è una questione di volontà all’innovazione, e qui ha svolge un ruolo fondamentale la visione dell’imprenditore che decide di mettersi in gioco», ha spiegato Caffo. Sulla possibile sinergia dei due enti nella direzione di una missione volta a migliorare il territorio, e nella fattispecie la zona industriale, Lungaro ha sottolineato: «Amt e Ikea hanno iniziato un dialogo sulla facilitazione della mobilità verso quell’area e magari sulla sua riqualificazione». Caffo ha prontamente ribadito che «senza dubbio il privato non può fare tutto da solo», auspicando una partecipazione attiva da parte del Comune di Catania. A margine dell’incontro emerge il contributo offerto da da Domenico Messina: «Lungaro e Caffo sono atleti coraggiosi di questa giornata: il privato non ha nulla da temere, ma il pubblico se la svigna sempre ed è bello averli qui entrambi».
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