Amt, il bando sospetto per il nuovo addetto stampa Notarbartolo: «Requisiti troppo stringenti, va revocato»

Durante l’ultima seduta, un consigliere comunale dell’opposizione, Manlio Messina, si è spinto a inserire in una busta il nome del giornalista che secondo lui vincerà il bando indetto per cercare un nuovo addetto stampa dell’Azienda municipale trasporti. Adesso anche dai ranghi della maggioranza arrivano richieste di chiarimenti sulla procedura di selezione della società partecipata dal Comune. Lo fa attraverso un’interpellanza all’amministrazione, Niccolò Notarbartolo, consigliere del Partito democratico, al centro nelle ultime settimane di pesanti attacchi da parte dei vertici del Pd per le sue denunce in merito ad alcune decisioni dell’amministrazione Bianco

Il bando viene pubblicato dall’Amt lo scorso 13 gennaio e – precisa Notarbartolo – «fa seguito a una volontà dell’amministrazione comunicata all’azienda con una nota del 18 dicembre 2014». Il giornalista che verrà incaricato riceverà 42mila euro lordi all’anno, 3mila 500 euro mensili, per svolgere un’attività di 20 ore settimanali e senza obbligo di rapporto esclusivo, potrà cioè nel frattempo continuare a svolgere altri lavori. «Questo – scrive il consigliere del Pd – malgrado la stessa Amt tra i propri dipendenti ne abbia già una regolarmente iscritta all’albo dei giornalisti che da parecchi anni presta questo tipo di attività e che, come ha pubblicamente affermato il presidente della stessa azienda, verrebbe addirittura destinata ad altri incarichi».

Inoltre i requisiti richiesti appaiono troppo stringenti. Per partecipare bisogna aver svolto incarico di addetto stampa presso enti pubblici per almeno cinque anni e aver prestato presso testate giornalistiche mansioni di capo redattore o superiori. Paletti che, denuncia Notarbartolo, «limitano in maniera spropositata la partecipazione di giornalisti, soprattutto giovani».

Da qui il sospetto, denunciato pubblicamente anche dal consigliere Messina, «che la procedura sia stata avviata con una preventiva individuazione del giornalista da incaricare come addetto stampa per l’Amt». 

La scorsa settimana, una situazione simile si è registrata in un’altra partecipata del Comune, l’azienda Sostare che si occupa della gestione degli stalli a pagamento. In quel caso era stato emanato un bando per cercare il nuovo direttore generale, per un costo di 130mila euro all’anno. Dopo la denuncia del consigliere Sebastiano Arcidiacono, anche lui di maggioranza, l’amministrazione ha deciso di revocarlo. Una marcia indietro anche sulla ricerca dell’addetto stampa dell’Amt è quanto chiede adesso Notarbartolo, «viste le caratteristiche ricercate, inutilmente dispendiose rispetto allo svolgimento delle attività richieste e al fine di non incorrere sia nel giudizio delle magistrature competenti (la Corte dei conti ndr) che in quello dell’opinione pubblica che non comprende la natura di scelte che appaiono effettivamente finalizzate a ragioni estranee all’interesse generale e che appaiono non fondate su quei principi di efficienza, efficacia ed economicità che dovrebbero contraddistinguere la gestione della spesa pubblica».

Il consigliere comunale del Pd qualche settimane fa aveva sollevato l’attenzione su un’altra decisione dell’amministrazione, quella dell’affitto di un immobile di proprietà della famiglia Tregua, titolari del Quotidiano di Sicilia, da parte del Comune. Tema diventato oggetto di scontro politico – vista la vicinanza di Notarbartolo al deputato Giuseppe Berretta, su posizioni critiche rispetto a Enzo Bianco – e di satira. La resa dei conti si è consumata domenica durante la direzione provinciale del Pd, dove sono volati insulti e la tensione è salita alle stelle. Riunione durante la quale è stato approvato un documento a supporto dell’amministrazione Bianco e che invita a desistere dalle critiche nei suoi confronti. Mossa che non ha evidentemente convinto Notarbartolo, tornato alla carica oggi con una nuova richiesta di chiarezza. 

Salvo Catalano

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